A partire dagli anni ’50 i contadini delle valli bresciane hanno lasciato le loro case, si sono lasciati alle spalle una vita di duro lavoro nei campi e nelle malghe e si sono riversati nel centro di Brescia o nelle cittadine dell’Alto Garda. Solo pochi filantropi della vita montana hanno mantenuto in vita alcuni piccoli paeselli, come nel caso della Val Vestino.
Leggenda narra che sette fratelli che non andavano molto d’accordo si sistemarono con le rispettive famiglie in sette diverse dimore, in modo che il fumo che usciva dal camino dell’una non andasse mai a disturbare l’altra. Sorgono così sei villaggi appartenenti al comune di Valvestino e il piccolo comune di Magasa, sette borghi quasi interamente abbandonati, ma mantenuti come preziosi diamanti dai pochi abitanti rimasti. Qui si può sempre trovare ristoro e sono presenti alcuni basici servizi, come Mini Market, bar e ristoranti.
Oggi questa valle viene tutelata dalla Comunità Montana e fa parte del Parco Alto Garda bresciano. A conoscerla non sono soltanto i cacciatori e la gente del luogo, ma sempre più escursionisti, astrofili in visita all’osservatorio astronomico, gli amanti del parapendio e i sempre più numerosi sci alpinisti, il sentiero storico n°2 è ben segnalato e viene percorso ogni anno anche da giovanissimi scout.
Per chi avrà la fortuna di farsi invitare per un caffè da qualcuno del paese, poi, si potrà far raccontare i mille segreti che si celano tra gli alpeggi, percorsi che solo i malghesi conoscevano, vie di fuga tra le vecchie trincee e, per i più spirituali, anche qualche avventurosa storia d’amore.
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