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Come abbiamo visto precedentemente, Vercelli è conosciuta per le sue torri medievali, le chiese e i musei, ma nasconde al suo interno perle rare come il Vercelli Book, conservato nella Biblioteca Capitolare, o il Parlamentino delle Acque di Palazzo dei Conti di Asigliano (noto anche come Palazzo Pasta).
Quest’ultimo è stato sede dei conti Buronzo d’Asigliano, una delle famiglie più importanti nella Vercelli del XVIII secolo e ha accolto una cinquantina di visitatori in via Duomo 2 per un’occasione molto particolare: l’evento organizzato dai ragazzi del FAI Giovani del 17 dicembre scorso in collaborazione con Arma Virumque, rivista di storia militare fondata da alcuni universitari torinesi.
Costruita principalmente tra 1784 e 1788 su progetto del vercellese Michele Richiardi, questa signorile dimora presenta una facciata con elementi barocchi uniti ad altri neoclassici che accoglie i suoi ospiti alle soglie della rivoluzione francese e che nasconde al suo interno un momento importante della storia locale ancora poco noto alla maggior parte dei piemontesi.
Dopo esser stato per pochi anni di proprietà dei Buronzo Signoris, nel 1851 il Palazzo viene venduto ad Antonio Pasta ed è proprio da qui che inizia il nostro viaggio alla scoperta del Risorgimento vercellese e dell’Associazione di Irrigazione Ovest Sesia, i cui uffici sono rimasti in via Duomo.
Il 22 settembre di quell’anno, l’allora Ministro dell’Agricoltura e del Commercio per Casa Savoia interviene a favore della creazione di un’associazione di agricoltori per l’uso delle acque demaniali ed è così che il 7 maggio 1853 Camillo Cavour approva la nascita dell’Associazione di Irrigazione, con una legge emanata il 3 luglio dello stesso anno. Tra gli obiettivi dell’Associazione, la riforma delle reti irrigue e la costruzione di nuovi canali di raccordo, ma viene presto ostacolata dagli eventi storico-politici e dalla morte di Cavour stesso: il Canale che porta il suo nome verrà infatti ultimato nel 1866.
Forse pochi ne sono a conoscenza ma Vercelli ha avuto un ruolo importante nella sconfitta degli austriaci nella seconda guerra di indipendenza: avete mai sentito parlare di “inondazione dell’agro vercellese”? Come ricorda P.C. Boggio nella sua
Storia politico militare della guerra dell’Indipendenza Italiana, nel maggio 1859 il maresciallo Giulay, a capo dell’armata austriaca diretta a Torino, è costretto a fermarsi di fronte alla mole d’acqua della pianura vercellese che gli impedisce di riconoscere strade e sentieri. Gli austriaci si ritirano e vengono inseguiti dai piemontesi che li sconfiggono a Palestro il 30 maggio, ma la campagna militare non sarebbe stata la stessa senza l’impresa della Città di Vercelli che riceve la Medaglia d’oro e viene ricordata nella canzone “El Giulay l’à turnà ‘n dré cun la pauta tacà i pé” (traduzione: “Il Giulay è tornato indietro con il fango attaccato ai piedi”). Cavour paragona l’allagamento del vercellese all’incendio di Mosca per l’importanza avuta nell’ostacolare rispettivamente gli austriaci e i francesi: per l’impresa del 1859 bisogna ringraziare l’ingegnere Carlo Noè che fece inondare il territorio compreso tra la Dora Baltea, il Naviglio d’Ivrea e i comuni della provincia fino a Crescentino, oltre ad assicurarne il ristagnamento.
E il progetto del Canale? Francesco Rossi, che aveva lavorato per la famiglia Cavour, ha l’idea di derivare le acque dal Po per irrigare il basso Novarese e la Lomellina ed espone il progetto al Ministro Revel a Torino. Carlo Alberto elogia Rossi ma gli eventi storici ne ostacolano la realizzazione immediata: il re è costretto ad abdicare dopo la sconfitta di Novara e Francesco viene colpito dal sequestro messo in piedi dal governo provvisorio di Milano. Viene lusingato anche da Agostino Depretis ma nel 1853, alla nascita dell’Associazione Ovest Sesia, Cavour cede il progetto all’ingegnere Noé che riprenderà in mano la realizzazione del nuovo canale del Po solo dopo l’unificazione italiana e, visto l’impegno dello statista piemontese, gli assegna il nome di Canale Cavour.
Come ricorda una targa sull’edificio all’imbocco del Canale Cavour a Chivasso:
Di questo Canale l’iniziativa è merito insigne di Francesco Rossi
gli studi e l’esecuzione
onorano il genio di Carlo Noé
auspici
Ottavio Thaon di Revel
Camillo Benso di Cavour
Le visite accompagnate a Palazzo Pasta rappresentano il momento conclusivo dell’anno del FAI Giovani che, oltre agli appuntamenti fissi delle Giornate di Primavera e d’Autunno, ha avuto un’agenda ricca di eventi, anche in luoghi nascosti o dimenticati della realtà vercellese. Non preoccupatevi, il 2023 è stato un anno importante ma le sorprese non sono ancora finite… quindi continuate a seguire le pagine social del gruppo FAI Giovani per non perdervi la prossima!
Profilo autore
Classe 1997, sono una ragazza che vive e lavora tra Vercelli e Torino ma appena posso parto per il weekend… anche se il tempo non è mai abbastanza per vedere questo mondo immenso e ricco di avventure solo da vivere!
La mia passione per i viaggi è cresciuta soprattutto quando, in seguito alle limitazioni per l’epidemia di Covid nel 2020, non ho potuto approfittare a pieno della mia esperienza in Francia per visitare i dintorni.
Sono una ragazza tranquilla, ma non riesco a stare ferma sotto l’ombrellone per ore intere e anche al mare mi piace esplorare spiagge diverse, città d’arte o piccoli borghi per non annoiarmi mai. Essendo volontaria per FAI Giovane Vercelli trovo sempre un’occasione per imparare qualcosa di nuovo!
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