Se non siete mai stati a Bologna e arrivate di giorno, e vi immergete nella folla diurna di persone che si dedicano allo shopping in via Rizzoli e Ugo bassi, e già percepite nell’aria un’emanazione poetica, ancestrale, qualcosa di diverso da qualsiasi altro luogo visitato finora, non è solo a causa delle mura pregne di storia, di ricordi, di tradizioni mai dimenticate e viventi, distinte nell’aria che si respira.
È un odore antico, lo si coglie come se si materializzasse nello sguardo della gente che ci vive, come se stesse respirando da sempre il passato e ne stesse conservando le componenti più integre, impossibili da corrompere. C’è un momento particolare durante il quale è possibile iniziare a comprendere la ragione per cui le persone incontrate durante il giorno sembravano felici di stare dove stavano, e in attesa di qualcosa che si sarebbe manifestato da lì a poco, ed è l’approssimarsi della sera.
Ciò che mi appresto a raccontare sono le conoscenze relative alla “serata tipo”, acquisite nel tempo, durante i miei sei anni vissuti a Bologna da studente e lavoratrice, al fine di donare una sorta di mappa da seguire a chi decida di trascorrere un weekend in città, o già la conosce (o crede di conoscerla), ma da turista, e vorrebbe trascorrere una serata diversa, più genuinamente bolognese.
L’Osteria del Sole a Bologna
Il percorso non può che prendere il via dall’Osteria del Sole. Attira una clientela sorprendentemente eterogenea: l’entrata del locale (che chiude entro le dieci e mezza) è costantemente intasata da persone (e personaggi) di distinta estrazione sociale, essendo un ritrovo per lo studente di giurisprudenza benvestito e amante del buongusto, del residente che lo frequenta abitualmente, facilmente riconoscibile, non soltanto per l’accento inconfondibile, ma anche per quella propensione al dialogo, all’interazione, che caratterizza tutti i “clienti tipo” di questi locali notturni che conservano la genuinità dell’accoglienza tipica bolognese.
Il turista che vi si ritrova per caso, incuriosito dalla folla radunata nella stretta via che porta al locale (e si apre un vaso di Pandora di altri piccoli e caratteristici locali proseguendo fino in fondo, superando l’Osteria), si sorprende una volta al bancone e ordinato da bere, meravigliato dall’informalità del servizio, legato ad una scelta dei vini e delle birre limitata, ma nostrana, e da quel coinvolgente ed improvviso afflato godereccio che rende l’Osteria del Sole uno di quei locali che divengono automaticamente il luogo che se vivi a Bologna non puoi fare a meno di frequentare e il posto che chiunque ricorda con sincero calore qualora si trovasse a visitare la città anche solo per una sera in cerca del vero spirito bolognese.
All’interno dell’Osteria del Sole vengono servite unicamente bevande, ma è possibile comunque portarsi da mangiare da fuori per poi consumare il tutto nel minuscolo, ma affascinante cortile interno in cui sono sistemati cinque o sei tavoli incredibilmente vicini tra loro, sempre conservando questa atmosfera “comunitaria”.
La zona del Pratello a Bologna: il Lestofante e la Pizzeria Tanta Roba
Forse siete amanti dei locali ancora più di nicchia, difficili da trovare perché nascosti in uno dei tanti vicoli che alla prima occhiata paiono tutti uguali: in questo caso, in alternativa, si può andare al Lestofante, per bere la birra “Lestofante”. Ho apprezzato molto ciò che recita quello che è il loro manifesto, e che trovo sufficientemente eloquente:
“0. Lestofante è un punto di somministrazione e vendita diretta di prodotti dell’azienda agricola Cà Montalbano (Brisighella), aperto senza intermediari.
1. Utilizzare prevalentemente alimenti e bevande provenienti da aziende agricole e produttori del territorio (Brisighella-Faenza e limitrofi): ad esempio salumi, formaggi, piadine, succhi, grappe..etc..
2. Utilizzare prodotti locali freschi di giornata come verdure, pane e dolci per favorire i piccoli artigiani ed esercenti locali.
3. Evitare prodotti alimentari provenienti dalla grande distribuzione e che utilizzano i canali di vendita ad essa appartenenti. Diminuendo così il peso ecologico del prodotto alimentare e favorendo un consumo consapevole e sostenibile.
4. Promuovere un consumo ad un prezzo consono ed equo al rapporto di filiera corta tra produttore e consumatore. Rispettando la provenienza degli alimenti e delle bevande, rispettando la qualità come stile di alimentazione giornaliera.
5. Fare agricoltura con metodi di distribuzione e promozione diversa in virtù della qualità superiore, della freschezza dell’offerta gastronomica, del contatto diretto con il consumatore consapevole del potere rivoluzionario del gusto e della qualità.”.
Ecco che la serata parte, si passeggia, dalle Due Torri, attraversando prima via Rizzoli e poi via Ugo Bassi (la statua imponente di quest’ultimo segnala un altro spazio importante della vita notturna di cui parlerò in seguito) e ci ritrova in un’altra zona nascosta agli occhi del turista, che magari si ferma in uno dei locali posti in queste due vie principali e centrali.
E invece noi proseguiamo, ed arriviamo in Pratello (come si dice a Bologna, in quanto luogo non identificato come via, ma come zona) e veniamo subito travolti dal profumo delle leccornie casalinghe della Pizzeria Tanta Roba, che non è propriamente una pizzeria visto che serve cibo che potremmo considerare street-food calabro, e soprattutto, ciò che ci interessa è che lo fa fino a notte fonda, ed è anche questo un ritrovo per chi, terminata la giornata di studio o di lavoro, o semplicemente per una pausa golosa, ha quel tipo di appetito che non vuole essere saziato completamente, ma solo stuzzicato, quel momento in cui ti vuoi togliere una voglia o spezzare la serata senza appesantirti troppo (di norma a Bologna si cammina molto, praticamente si consumano le calorie col piacere di far due passi in una città tanto ispiratrice di serenità, per poi introdurne di nuove, e ricominciare, e così fino all’alba).
La zona del Pratello a Bologna: Birroteca Bukoswki, Barazzo e Altotasso
Incorporata nuova energia, si è pronti per addentrarsi nella zona centrale del Pratello. Sono tre a mio parere i locali da visitare se si vuole incontrare chi Bologna la conosce, chi la ispira e la emana: la Birroteca Bukowski, il Barazzo e l’Altotasso. In quest’ordine, per una questione di orario; anzi, attenzione.
Il primo fra questi, la birroteca, chiude alle dieci, quindi bisogna arrivare lì entro le nove, e non è nemmeno sicuro che la si trovi aperta perché può capitare che il proprietario quella sera voglia indossare unicamente le vesti di cliente altrove e lasci tutti a bocca asciutta, ma ciò, se a molti può parere semplice maleducazione, in realtà è tipico della libertà d’agire e di vivere alla giornata di chi adotta e viene adottato da Bologna.
È una delle poche birroteche (ce n’è un’altra in via Mascarella, L’Ortica, di cui parlerò più avanti) ad essere unicamente quello, e non un propriamente un locale, e uno dei pochi posti in cui viene consigliata la lettura associata alla degustazione. Ci sono un paio di tavoli su cui è possibile consumare il prodotto acquistato, e una panca fuori dall’entrata posta per lo stesso motivo, e per questo viene considerato un locale.
All’interno la scelta è molto ampia, dalle IPA alle birre acide, prodotti più per intenditori, ma si deve partire dal presupposto che il frequentatore del Pratello riguardo alla birra di solito la sa lunga, e magari finisce che lo stesso proprietario ti racconti di come produce artigianalmente la sua birra, e di quanti birrifici stiano nascendo sparsi in tutta Italia. Si ha quindi la possibilità non solo di conoscere nuova gente, ma anche di imparare, scoprire nuove passioni e interessi.
Il Barazzo e L’Altotasso sono i locali notturni più famosi e frequentati della zona, ritrovo per una clientela che si mantiene eterogenea, dall’hipster al radical chic, a chi ama la semplicità, lo stare in disparte, poiché una componente molto marcata di questi luoghi è la possibilità di fondersi con il resto delle persone presenti, avendo la sensazione di essere allo stesso tempo protagonista, spettatore e parte di un tutto integrato.
Questa la presentazione che il Barazzo da di sé:
“Il Barazzo Live, nel cuore pulsante del Pratello, non è solo un locale dove gustare una buona birra fresca e assaporare alcuni dei migliori vini del territorio nazionale ma anche una intima sala concerti dove poter ascoltare musica di qualità. Da tre anni a questa parte, insieme ai migliori musicisti della scena jazz cittadina come Carlo Atti, Nico Menci, Guglielmo Pagnozzi, Valerio Pontrandolfo o Bruno Briscik, qui si sono esibiti infatti artisti internazionali del calibro di Harold Mabern, Bennie Maupin, Chris Speed, John Webber e Sabir Mateen. Oltre al Jazz al Barazzo Live c’è spazio anche per hip hop, funk, soul e r&b con le serate curate due giovedì al mese dalle pietre miliari della scena hip hop bolognese Dj Lugi e Katzuma e dalla loro resident band, i Bellringers. L’improvvisazione regna infine sovrana la domenica che, in seconda serata, è riservata alla jam session.”
E questa quella dell’Altotasso:
“Altotasso è un’enoteca, birreria e spazio di aggregazione per gli amanti del gusto, dell’arte e della musica. Ampia offerta di vini sfusi e in bottiglia selezionati da aziende agricole che conservano la cultura e le tradizioni delle realtà locali. Una particolare attenzione ai vini biologici e biodinamici, birre artigianali e prodotti a Km zero. Ricco programma di concerti dal vivo, esposizioni e altri eventi culturali. Altotasso è situato nella bellissima piazza San Francesco 6/d, nel Pratello, una delle zone più accoglienti e movimentate del centro di Bologna.”
Il Mercato delle Erbe di Bologna e il bar Senza Nome
Ora vorrei soffermarmi su di un’altra zona, quella che prima abbiamo superato diretti verso il Pratello, segnalata dalla statua di Ugo Bassi che austero osserva il viavai della strada a lui dedicata.
Il Mercato delle Erbe di giorno è un mercato coperto, in cui potersi sbizzarrire nell’acquisto di specialità regionali. Ciò che a molti sfugge è che la sera si trasforma nel luogo adatto ad una sostanziosa, ma sana abbuffata, perché gli spazi vengono riempiti di tavoli su cui appoggiarsi e cenare, o consumare un abbondante aperitivo: i prodotti a cui attingere sono di ottima qualità, e magari non proprio alla portata del budget dello studente, visto che la qualità è alta, dal vino più conosciuto, al bio, ai prodotti col lievito madre, etc… Insomma, un ambiente che conserva quell’informalità che i bolognesi amano tanto, reso più elegante dalla scelta del prodotto in voga.
Se però vogliamo concentrarci maggiormente sulla vita notturna, dobbiamo attraversare il Mercato, dall’entrata di Ugo Bassi verso l’uscita posta all’altro lato, per ritrovarsi di fronte al bar Senza Nome.
È uno dei luoghi che personalmente preferisco, e non perché sia esteticamente più bello di altri locali. Prima di tutto, la piccola piazza che si svela scendendo dalla gradinata uscendo dal Mercato è incredibilmente suggestiva, grazie alla luce gialla soffusa dei lampioni, alla gioia sui volti delle persone presenti che pare regnare sovrana, al vociare che è più una risata all’unisono, ed eccolo lì, il Senza Nome, di fronte a noi.
Il posto è gestito da ragazze e ragazzi sordomuti, quindi non meravigliatevi (oppure sì, fatelo) se vi guarderanno il labiale, se non sarà necessario (inutile, direi) urlare al barista la vostra ordinazione, se sarete circondati da fogli con spiegato il linguaggio dei segni, e qui di nuovo quella componente pedagogica legata allo svago. Non stupitevi se incontrerete personaggi famosi, come è capitato anche a me, che hanno sentito parlare del posto e ci sono passati per fare una foto con i proprietari che sembrano apprezzare questo tipo di dimostrazioni d’affetto.
La movida in Piazza Verdi e La Scuderia
Magari tu che leggi sei uno studente appena arrivato a Bologna, non hai neanche vent’anni e vuoi scoprire se davvero a Bologna la sera puoi uscire in ciabatte con delle vivande in borsa e sederti in terra col tuo migliore amico che suona la chitarra, legge poesie, canta, balla, recita. Ti assicuro che è proprio così, però ti devi spostare verso Piazza Verdi.
Si trova alla fine di via Zamboni, partendo dalle Due Torri, dove c’è il bar Lime, il bar Zamboni, l’Irish Pub dove gli studenti Erasmus la sera si trovano per fare gli scambi culturali.
All’inizio della strada che porta in via Mascarella (di cui dopo); il fatto è che non stiamo proprio parlando di locali, ma di quella piazza celebre tra i più giovani perché la sera si plasma con una realtà multiculturale di studenti accampati nel ristretto spazio disponibile racchiuso da locali dal nome poco conosciuto, ma alla portata di tutte le fasce socio-economiche e caratteristici come pochi, perché minuscoli, pieni di gente sorridente accalcata che balla, che ascolta la musica, che si confronta.
C’è chi attraversa la piazza vendendo birra calda estratta dallo zaino, chi trascorre l’intera serata lì seduto, perché puoi stare fermo contemplando il costante vagare rumoroso degli altri, o magari è stato organizzato un concerto all’ultimo momento, un dibattito politico, una rappresentazione teatrale e allora sei doppiamente portato a non sentirtela di cambiare posto, avendo tutto ciò di cui hai bisogno proprio lì.
Volendo, se proprio vi viene voglia di andare in discoteca, è sufficiente alzarsi e mettersi in fila per La Scuderia, un ristorante che di notte si trasforma in un rumoroso locale danzante in cui scatenarsi fino all’alba.
Il pub L’Ortica e la Libreria Modo Infoshop
Esiste un’ultima zona che ho frequentato a lungo, quella di via Mascarella, dove si trova L’Ortica, un pub con di fianco una vetrina che espone, a mo’ di birroteca, le bevande che possono essere vendute in alternativa a quelle servite all’interno del locale.
Di per sé, non è molto diverso da altri luoghi in cui divertirsi la sera, ma per chi ama leggere e fare vere e proprie ispezioni libresche ogni qualvolta si presenti l’occasione, ecco, qui può farlo direttamente prima, durante e dopo l’aperitivo, perché di fianco c’è una libreria molto bella, aperta fino a sera, con un’ampia scelta di testi diciamo “non comuni”, difficili da trovare all’interno dei circuiti letterari più conosciuti, e inoltre è disposta in modo molto accattivante.
È frequente che alla Libreria Modo Infoshop finisca che si intraprenda una lunga conversazione riguardo agli autori già letti, quelli che non hai mai sentito nominare, quelli che vorresti tanto leggere, ed ecco qui, uno spazio ideale per l’intellettuale che vuole ritagliarsi sì uno spazio piacevole e riposante all’ombra di un boccale di birra, ma anche godersi appieno quella componente pedagogica più volte citata.
Perché Bologna è così, tenta sempre di insegnarti qualcosa, e tu inizialmente inconsapevole di ciò finisce che ti svegli il giorno dopo e hai scoperto non solo nuove cose riguardo al mondo, alla società che ti circonda, ma anche di te stesso.
Uscire la sera, fare vita notturna a Bologna come viene fatta da chi voglia farla “alla bolognese”, comporta l’accingersi ad una sorta di viaggio iniziatico verso un modo di rapportarsi con l’esterno e gli altri che sembra essersi fermato nel tempo, che ti riporta a quella dimensione comunitaria, di condivisione che pare molti abbiano dimenticato.
A Bologna si esce per fare amicizia, per comunicare, per esprimere se stessi e i propri talenti, ci si ferma ancora a guardare quello che ci circonda scostandoci dalla dipendenza dalla realtà virtuale, grazie a quella possibilità di confronto data dagli ambienti che si prestano all’interazione e che quindi rendono inessenziale rivolgersi ad altre modalità di comunicazione che non sia quella reale, pragmatica.
Quello da me enunciato, un percorso quasi emozionale, di tappe essenziali e sufficienti per conoscere la Bologna notturna in una sola serata, basterà a sentirsi un po’ bolognesi per sempre, portando questa città nel cuore, poiché è col cuore aperto che le persone, con il favore della notte, condivideranno con voi questa serata, una tra le tante, ma diversa da tutte le altre.
P.S: Prenota un soggiorno a Bologna per scoprire tutti i locali menzionati nell’articolo, vivi una serata da Bolognese doc!
Copyright foto: Osteria del Sole FB page; Pizzeria Tanta Roba FB page; Birroteca Burrowski FB page; zero.eu (foto Barazzo); Altotasso FB page; Bar Senza Nome FB page; repostic.it (Piazza verdi); lortica.it.
è incredibile quanti posti fantastici questa città abbia da offrire. Ogni volta che giri l’angolo trovi qualcosa, che sia un ristorante, una bancarella del mercato, un palazzo storico, un portico..bellissima!