Un Ristorante da Stelle Michelin a Lecce: benvenuti al Bros!

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Lecce, capoluogo pugliese, è una meta turistica imprescindibile se pensate di trascorrere le vostre vacanze nel Salento. L’unico rischio che si incorre è quello di restare assolutamente affascinati mentre si passeggia tra i numerosi vicoli, all’ombra di quel Barocco, che mai risulta eccessivo.  

Il cuore di Lecce è senza dubbio il Centro Storico: sarà Porta Napoli a darvi il benvenuto, passando accanto all’Obelisco, un monumento che fa da raccordo tra la città nuova a destra e la parte più antica alla sua sinistra. 

Sarà l’arte, poi, a trascinarvi con sé verso Via Palmieri, ammirando il Teatro Paiesiello e proseguendo sempre dritti fino all’ingresso in Piazza Duomo. Troverete qui racchiusa in una grande corte una delle più belle piazze cittadine: Piazza Duomo. Cercate di essere lì al tramonto per godervi il magico spettacolo di luci che il sole crea sul Duomo, sul campanile e su tutta l’area .

Tra un giro e l’altro sarà facile lasciarsi trasportare dall’odore dei sapori locali: dalla puccia ai dolci alle mandorle, fino al più gustoso e insuperabile pasticiotto con crema e amarena. Quella leccese è una cucina di forte impronta territoriale, che però talvolta appare immobile ed ancorata alla tradizione.

Proseguendo poi su Via Vittorio Emanuele II, vi addentrerete ancora di più nella Lecce Barocca fino a giungere alla meravigliosa Piazza Sant’Oronzo, l’anima della città.

E’ a pochi passi dall’anfiteatro che gusto e cultura, i due principali moventi del vostro viaggio, si sono incontrati nel dicembre 2015: è qui che nasce Bros. Un atelier culinario, perché definirlo ristorante sarebbe riduttivo, nato “come una condivisione della stessa visione sulla gastronomía da parte di tre fratelli, più che ad un rapporto vero di parentela”. Il posto in cui qualità, innovazione e buon senso si sposano perfettamente.

E così come accadde quando gli Spagnoli, sbarcati in terra salentina, ne importarono lo stile barocco, sostituendolo al classicismo, così i fratelli Pellegrino hanno aperto il dialogo gastronomico tra tradizione e modernità.

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A parlarcene è direttamente Floriano Pellegrino, classe 1990 fondatore dell’idea e oggi l’unico dei fratelli rimasti a capo del ristorante.

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Floriano Pellegrino. Foto di Marco Ferrario.

Si definisce uno chef di natura e poi per scelta perché crede che “il nutrimento sia il figlio naturale della vita” e continua affermando che “saziarsi è per me la cosa più importante da fare dopo il respirare e prima del fare l’amore.”

Il suo percorso parte giovanissimo ed è un viaggio significativo, attraverso i palati di diverse nazioni, che ha come punto di partenza l’amore per l’agriturismo di famiglia a 40 km dalla sua città, a Scorrano (LE).

Ancora minorenne, si è poi ritrovato fianco a fianco con l’ambizione a volare nei Paesi Baschi da Martín Berasategui.

E’ stata questa esperienza ad avergli aperto le porte delle più grandi cucine internazionali da Eneko Atxa e Renè Redzepi, per poi tornare in Spagna con Andoni Luis Aduriz e poi  Londra al fianco di Claude Bosi; per arrivare nella regione di Calais nella cucina di Alexandre Gauthier.

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A destra Martin Berasategui in cucina al Bros. Al centro Floriano Pellegrino. A sinistra c’è anche Joseba Lezama, executive chef con Martin a Lasarte da 27 anni.

Ma è soprattutto grazie al legame forte con Berasategui, che il 27enne importa l’arte culinaria perfetta e regolare del maestro spagnolo, riportando alla città un tocco contemporaneo tutto da assaporare. E come accade spesso nel rapporto fra padre e figlio, ha fatto tesoro degli  insegnamenti di vita che lo chef gli ha tramandato. Ma tanta personalità è soprattutto il frutto di una continua ricerca della sua individualità che, a suo dire, “con tutti i rischi che comporta è l’unica strada per la vera felicità”.

Al cospetto dello chef Flo al momento c’è un team di 15 persone, provenienti da tutto il mondo, in cui si distingue la radiosa Isabella Potì, sous chef di talento, fidanzata di Floriano. Tutti sono accomunati da qualità che come afferma lo chef  “non sono tante ma sono rare: disponibilità, abitudine al sacrificio”. E si mostra anche molto interessato alla ricerca di giovani chef volenterosi di apprendere la sua arte.

Eh già perché il Bros non è solo cucina. Le parole d’ordine sono tradizione e innovazione, riportando i vecchi sapori pugliesi in un piatto in cui si riuscirà a godere del tocco global, frutto di rivisitazioni Ristorante-lecce-bros-michelinapprese in giro per il mondo, ma pur sempre a contatto con con produttori locali per cercare di recuperare delle varietà uniche del territorio. Il tutto accompagnato dai migliori vini provenienti da tutto il globo.

Il team di Bros si fa carico di tramandare sapori tradizionali, che si stanno perdendo, dandogli una nuove luce. E tutto questo viene proposto ad un prezzo del menù assolutamente accessibile e competitivo e Floriano sottolinea che ciò è possibile perché “l’unica cosa che conta è il progetto e l’emozione dell’utente, il resto ci interessa meno.”

Il cibo è l’unico protagonista della tavola, spogliata di tutto ciò che distoglie dalla concentrazione dei sapori, anche delle tovaglie.

In questo viaggio del gusto dovrete solo rilassarvi e affidarvi alla professionalitá dei camerieri, che vi faranno sentire coccolati come se foste a casa vostra. Con quel tocco d’eleganza che non guasta mai!

E se volete vivere a pieno l’esperienza di Bros e siete curiosi di apprendere la filosofia innovativa di questi giovani chef, mettendo mano sui loro fornelli, potete partecipare ad una serie di iniziative che puntano a coinvolgere i clienti, come ad esempio Un giorno da Bros. Vi ritroverete a vivere un’intera giornata con Floriano e Isabella, dalla raccolta nei campi, all’alba, fino al pre-servizio del ristorante. E dopo aver cucinato, sedersi a tavola diventerà un momento unico in cui assaporare tutto ciò che si è preparato.

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Infuso di cannella e zenzero “Love Bros”

Ma i progetti non finiscono qua. Il giovane chef dimostra determinazione da vendere e data la sua giovane età ci confida di avere ancora tantissimi obiettivi da realizzare. Primo fra tutti raggiungere la perfezione, per attirare le tanto ambite stelle Michelin. E ci svela che la sua ricetta per raggiungere l’obiettivo è “migliorarsi quotidianamente e ridurre il gap tra il proprio progetto e la perfezione nei confronti dei propri clienti”.

Un discorso a parte merita il suo sogno più grande: riportare la sua infanzia agli ospiti attraverso la trattoria di famiglia, il posto in  cui è nata la passione e in cui si valorizzerà l’evoluzione della stessa. Un vero e proprio ciclo vitale che ci ricorda che le nostre radici sono il punto fermo su cui costruire un futuro solido.

E anche se dovesse cambiare il luogo, siamo certi che ne varrá sempre la pena, perché il motto sarà lo stesso: “l’essenziale è visibile al gusto”.

Copyright foto articolo: www.gamberorosso.it; Marco Ferrario; www.scattidigusto.it