La manifestazione Cantine Aperte a San Martino è la rivisitazione autunnale di un’altra manifestazione più nota e più ampia: Cantine Aperte, che si svolge tradizionalmente durante il mese di maggio in tutta Italia. Se a novembre avevamo scelto una cantina sannita, a maggio ci spostiamo in Irpinia fra le tante cantine che partecipano all’evento.
La Campania può contare su un numero di vitigni che supera quello dell’intera Francia. Le potenzialità dei vigneti campani sono dunque infinite. In Irpinia – il cui nome deriva da hirpus che in osco significa lupo – l’arte del far vino risale ai tempi della colonizzazione greca. Per questo motivo Francesco De Sanctis pensò di fondare proprio ad Avellino una scuola di specializzazione per la viticoltura e l’enologia. Dei quattro vitigni campani a denominazione di origine controllata e garantita, tre sono situati in Irpinia: il Greco di Tufo, il Fiano di Avellino ed il Taurasi. Sicuramente avremo modo di degustare questi vini durante la nostra visita ad Atripalda. Le rose, piantate nei pressi dei filari, fungono da “pianta spia” in caso di malattie, infestazioni e carenze minerali. Questi splendidi fiori, infatti, vengono attaccati prima dall’oidio o dai ragnetti rossi, permettendo così ai viticoltori di intervenire prima che l’infestazione si diffonda ai vigneti. Vorrei trattenermi sulla terrazza panoramica per ammirare le colline avellinesi ma la nostra guida ci attende all’interno della cantina. La guida in realtà è uno dei dirigenti dell’azienda ed esordisce parlandoci di numeri, di bottiglie vendute e di rapporti commerciali con la Cina. Successivamente ci mostra i vari ambienti adibiti alla produzione – soffermandosi particolarmente sul processo di preparazione dello spumante – per condurci poi alla bottaia ed infine alla sala allestita per la degustazione. Le proposte della cantina – accompagnate da grissini, affettati e formaggi – sono tre: un bianco, uno spumante ed un rosato. Il bianco è un Greco di Tufo, luminoso e chiaro paglierino, con sentori di pesca bianca, mela renetta e glicine. Fresco e moderatamente sapido, ha un finale piacevolmente ammandorlato Lo spumante brut è un “Dubl” ottenuto da uve di Falanghina in purezza. Lasciato riposare per almeno un anno sui lieviti di bottiglia – come ci aveva spiegato la nostra guida durante la visita alla cantina – questo brut è estremamente gradevole, delicato ma dinamico. La terza proposta è – in assoluto – la mia preferita! Si tratta di Ros’aura, un rosato cerasuolo fresco e intenso ottenuto da uve Aglianico, con sentori di fragola e lampone.
Conclusa la degustazione, decidiamo di trattenerci in Irpinia e di cenare a Montefredane, a 10 Km da Atripalda, presso un’azienda biologica che produce essenzialmente: nocciole, confetture (mele annurche, fragole, cipolle ramate) e, ovviamente, vino. Il territorio prevalentemente collinare ed il clima mite rendono la tenuta adatta alla coltivazione di vitigni come il Fiano di Avellino DOCG e l’Aglianico di Irpinia DOC. Il primo è un vino di colore giallo paglierino con un bouquet floreale con sentori di albicocca, pera, biancospino e nocciola tostata. Il secondo è di colore rosso rubino con profumi di cacao, tabacco e frutta fresca. Non tutti sanno che dalle uve di Aglianico si ottiene anche il Taurasi, il primo vino del Sud a cui è stata conferita la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Il Taurasi è un vino di grande invecchiamento, almeno tre anni. Cenando presso la tenuta abbiamo modo di apprezzare il danubio alla confettura di cipolla, il pane d’orzo ed il Fiano.
Gli effetti benefici dell’uva erano noti già agli antichi greci e romani. Ma la vinoterapia si è sviluppata in Francia, nella regione di Bordeaux grazie ad alcuni viticoltori che pensarono di abbinare i benefici dell’uva alle cure termali. Le prime applicazioni di vinoterapia prevedevano l’utilizzo di vino, mosto e vinacce sotto forma di bagni ed impacchi, ma era difficile standardizzare tali trattamenti al di fuori del periodo della vendemmia. Grazie ai progressi della dermocosmetica, oggi si può usufruire dei trattamenti di vinoterapia in qualsiasi stagione. Essi servono a contrastare l’effetto dei radicali liberi, a donare elasticità alla pelle ed a depurare l’organismo rimodellando la silhouette. Le foglie di vite rossa, inoltre, rappresentano un rimedio naturale contro la fragilità capillare; favoriscono il microcircolo e svolgono un’azione protettrice nei confronti di vene ed arterie. Il percorso di vinoterapia spesso dura circa due ore e può includere: vasca idromassaggio, doccia nebulizzata con cromoterapia, bagno turco con scrub alle vinacce, tinozza per vino terapia (riempita con acqua calda, vino e mosto) tisana in area relax.
Se vi trovate a Montefredane, consiglio inoltre di visitare il castello, situato sulla cima di una collina a circa 600 metri di altitudine, in posizione dominante sulla valle del Sabato. La fortezza ed il borgo – sviluppatosi a partire dal XI secolo – passarono al principe di Avellino Francesco Marino Caracciolo nel 1650. Numerosi furono i rifacimenti nel XVII e XVIII secolo, fino all’abbandono nel XIX secolo. Oggi possiamo ancora ammirare le mura perimetrali ed una torre cilindrica.
Per ulteriori informazioni sull’evento visita:
Articolo e foto 1 e 2 di: A. Visconti
foto copyright foto 3: irpiniaoggi.it