Home » Case Siciliane Antiche: le Ville di Messina

Un po’ nascoste e silenti nella loro maestosità sono le ville di Messina. Ignote ai più, sono la testimonianza di vite molto diverse tra loro, che sono state motivo di orgoglio per la città. Recentemente ne sono state aperte al pubblico alcune e ognuna di queste ha sorpreso per l’eleganza, la storia e l’immancabile affaccio sul mare.

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Vialetto nella proprietà Cianciafara

Una “dimora storica di una famiglia storica”, come riferisce il sito web ad essa dedicato, è villa Cianciafara a Zafferia, a sud del centro città. È un luogo che racconta aneddoti di vite gelosamente custoditi e affidati alla memoria dell’erede della nobile famiglia, il prof.re Giuseppe Mallandrino, figlio di Pasquale e Nicoletta Cianciafara, ospite squisito e disponibile ad aprire la sua casa ai visitatori.  La villa ha subìto dei danni nel disastroso terremoto del 28 dicembre 1908 che ha cancellato una parte della città.

Il professor Mallandrino racconta di come il terribile evento è stato vissuto dal nonno materno, Filippo, la madre del quale ha perso la vita a causa dei crolli. La commovente storia del suo ritrovamento, avvenuto solo il 4 gennaio, è narrata nel libro L’ultimo principe sotto il vulcano

I Cianciafara sono una famiglia legata anche ad altri nomi ben noti, ad esempio uno dei cugini di primo grado del conte Filippo è Tomasi di Lampedusa, suo testimone di nozze nonché autore del Gattopardo.

Un altro nome importante è quello dei Filangieri, famiglia legata al capostipite Angerio, valente soldato normanno arrivato in Italia al seguito del re normanno Roberto il Guiscardo. I suoi discendenti prima furono chiamati “Filii Angerii” e in seguito noti come Filangieri. La proprietà, oltre la casa padronale, comprendeva una piccola cappella privata, alcune case coloniche e un vecchio frantoio dove oggi si conservano le foto, le acqueforti e le incisioni realizzate dal conte Filippo insieme con oggetti di collezione appartenuti alla famiglia. 

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Salotto della casa padronale di villa Cianciafara

Visitando la casa padronale non può passare inosservato il valore di una seconda e più ampia collezione: vi sono vari ritratti di famiglia che ne testimoniano le origini sia storiche che nobiliari; sono presenti gli stemmi dei Filangeri, dei Tasca e dei Cianciafara; opere d’arte, come i ritratti di Ferdinando e Maria Carolina, sorella della più famosa regina di Francia Maria Antonietta d’Austria, alcune incisioni di Durer, una Madonna col Bambino di Antonello da Saliba, e un dipinto di Giovanni Tommaso Laureti, il cui bozzetto si trova, invece, esposto al Louvre. 

Il gusto dei meravigliosi arredi  è quello delle ville del ‘700 siciliano, con divani e poltrone in stile Luigi Filippo. Al piano di sopra si trovano il camino e i lampadari in stile floreale e, nella sala della musica, una stupenda stufa austriaca appartenuta alla nonna di origini bergamasche.

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Villa De Pasquale, esterno.

A pochi minuti di strada, in via Marco Polo, merita una visita anche  la villa De Pasquale in stile Liberty fatta costruire da Eugenio De Pasquale, che ha fondato la sua fortuna su 15 ettari di terreno coltivati a gelsomino e zagara, che si estendevano dalla villa fino al mare. Oggi resta ben poco di queste terre, ma si conservano ancora gli edifici.

Villa De Pasquale è un raffinatissimo esempio del gusto dei suoi abitanti che rispecchia quello dell’epoca. De Pasquale e la moglie sono stati fini collezionisti, motivo per il quale troviamo sia all’esterno che all’interno della casa, sculture marmoree.

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Sala di rappresentanza di villa De Pasquale

Oltre a queste però ci sono vari dipinti, come quelli nella sala di rappresentanza e della musica al piano inferiore, mentre al piano superiore vi sono i libri e un grande tavolo che custodiva la collezione numismatica, oggi in restauro alla soprintendenza dei beni culturali di Messina.

A far sognare, è l’ultimo piano che ospita un gran salone da ballo. Come potremmo non immaginare, sognanti, le grandi feste, la musica, le ampie gonne volteggianti al centro della sala, i convenevoli tra gli invitati, splendenti nei loro vestiti da cerimonia. La sala, danneggiata nel terremoto di inizio secolo, è stata ricostruita nel 1912, mantenendo l’originario soffitto decorato con tavole raffiguranti particolari di dipinti celebri di Tiziano come L’amor sacro e l’amor profano. 

Sporgendosi dalla grande vetrata della sala, si possono ammirare degli scorci che fanno intuire di quale vista sullo Stretto potessero godere la famiglia e i suoi ospiti. Da qui si possono vedere anche il piccolo edificio, chiamato pantheon, dove essiccavano i fiori di gelsomino e zagara per farli diventare delicate essenze.

sanderson-bosurgi-case-antiche-sicilianeVilla De Pasquale non era certo l’unica ad essere prospiciente il mare, perché anche gli inglesi Sanderson, alla fine dell’Ottocento, godevano di tale posizione. Posta sul litorale messinese, in via Consolare Pompea, la villa Sanderson-Bosurgi (dal nome dei proprietari successivi) offre un esteso giardino che si estende per l’intera proprietà lungo tutta la collina.

Risalendo la china, si possono ammirare gli altri edifici, fino ad arrivare in cima dove è stata conservata una parte di uno dei villini, accanto ai quali ce n’è uno restaurato e adibito ad alloggio per gli studenti Erasmus.

La vista da lì è incantevole. Ci si può perdere ammirando lo spettacolare panorama che si presenta innanzi. Pur trattandosi ancora dello Stretto di Messina, la posizione insolita fa guardare ad esso con occhi nuovi, svelando dettagli differenti. Da questa prospettiva, possiamo ammirare i colori cangianti dell’appennino calabrese che la luce del sole modella ad ogni ora del giorno sussurrando all’anima, sempre affamata di bellezza autentica, che ciò che sta cercando è lì, che lo stupore di cui ha bisogno è davanti agli occhi.

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Villa Sanderson-Bosurgi

La villa Sanderson-Bosurgi, come del resto la Cianciafara e la De Pasquale, regala queste sensazioni e quasi porta a guardare con invidia a coloro i quali, a cavallo tra ottocento e novecento, ha potuto godere non solo di un panorama mozzafiato, ma anche della magnificenza e della storia che invadono questi splendidi luoghi.

Copyright foto articolo: Fabiana La Rosa e Gabriele Santor

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