Quando il cielo comincia ad assumere quell’azzurro limpido tipico della bella stagione, la mente viaggia verso prospettive nuove fatte di mare, sole e torna la voglia di spostarsi per raggiungere i luoghi del cuore o altri nuovi da scoprire. Le coste abruzzesi non mancano di regalare tutto ciò, due perle che contribuiscono ad impreziosire il lungo percorso di spiagge frastagliate sono: San Vito Chietino ed Ortona. Quindici chilometri le distanziano l’una dall’altra, tanto simili quanto diverse.
San Vito Chietino
San Vito Chietino è il più piccolo dei due, con appena 5365 abitanti ma importante in quanto fu luogo di nascita dei famosi trabocchi, strutture in legno inventate da famiglie di pescatori per facilitarsi il lavoro quotidiano e diventati oggi dei veri e propri ristoranti sull’acqua, romantici e suggestivi oltre che ottimi per gustare del pescato fresco.
Il più antico e l’unico di proprietà del Comune è il Trabocco Punta Turchino, ispirazione per Gabriele D’Annunzio che lo descrisse nel suo romanzo Il Trionfo della morte. Proprio il Vate qui trascorse l’estate del 1889 con la sua musa e compagna di allora, Barbara Leone occupando una dimora che tutt’oggi ancora esiste, a strapiombo sul mare presso un eremo, soprannominato appunto Eremo dannunziano e chi passa di qui non manca di visitarlo. Ammaliante e distensivo, da non perdere.
Il centro storico e lungomare
Addentrandoci nella struttura vera e propria, questo comune è diviso in una parte alta o centro storico caratterizzata da vere e proprie terrazze come il Belvedere Marconi o “colle”, così chiamato dalla gente del posto, che regala una vista mozzafiato sulla parte bassa occupata dal Lungomare di Gualdo che pullula di stabilimenti balneari, bar, gelaterie e sfiziosi ristorantini per tutti i gusti e tutte le tasche. Dalla medesima posizione volgendo lo sguardo dalla parte opposta è possibile ammirare l’imponente Maiella che troneggia sulla vallata sottostante, in un’unica inquadratura rimirare mare e montagna. Cosa si può avere di meglio!
Ortona
Di ben altre fattezze è Ortona. Parliamo di una cittadina con i suoi 23177 abitanti dotata di un porto notevole, il principale scalo marittimo d’Abruzzo e insignita più volte della Bandiera Blu. Si tratta di un comune che dopo la Seconda Guerra Mondiale perse gran parte del patrimonio culturale ma che dagli anni sessanta lavorò con impegno riportando alla luce le sue peculiarità come Palazzo Farnese, splendido edificio nel pieno centro storico, attualmente sede del Museo d’arte contemporanea e della Pinacoteca Cascella.
E ancora, il Castello Aragonese, fortificazione periferica, a picco sull’Adriatico con mura spoglie e massicce in cui sentirsi protetti. Proprio dal Castello partono una serie di scalini che scendono verso il mare, il quale, da poco è possibile costeggiare attraverso una pista ciclabile e pedonale, di recente costruzione, fino ad arrivare al porto.
Ortona può vantare spiagge, adatte a set cinematografici come quella di Ripari di Giobbe. Una delle poche ancora inalterate, raggiungibile solo a piedi che si estende sotto una lunga falesia rocciosa, con pietre bianche bagnate da acque trasparenti in cui è un piacere concedersi una nuotata rinfrancante.
Mi viene in mente un verso del già citato Gabriele D’Annunzio che dice: “Difendete la Bellezza. E’ questo il vostro unico officio.” Come dargli torto. Qui di bellezza da difendere e contemplare ce n’è in abbondanza.
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