Grande Traversata del Supramonte

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“Prendete un bel respiro, date un’ultima controllatina allo zaino e assicuratevi che i vostri scarponi da trekking siano ben allacciati.

Dove andiamo, in Patagonia?

No! Partiamo in direzione Sardegna e più precisamente nel cuore della Sardegna:

Il Supramonte”.

Quando si parla della seconda isola per estensione al centro del mar Mediterraneo, la mente immagina spiagge di sabbia bianchissima, mare cristallino e nulla di più.

Mi spiace sfatare questo mito. L’isola è composta dal 18% di pianura mentre il restante 82% si divide tra collina e montagna. Benché le vette non siano eccessivamente alte, di rado si sorpassano i mille metri di altezza, la Sardegna potrebbe benissimo considerarsi il paradiso degli escursionisti.

Al suo interno sono innumerevoli i sentieri creati sin dalla notte dei tempi dai pastori sardi durante le loro transumanze. Con il passare degli anni e l’arrivo di una nuova generazione di camminatori che già negli anni 80 frequentavano l’isola, alcuni dei vecchi sentieri sono diventati veri e propri trekking.

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Un itinerario di 4 giorni

Se siete alla ricerca di un itinerario di 4 giorni, stufi dei comfort che la routine quotidiana vi offre, bene, la Grande Traversata del Supramonte è il tipo di viaggio che fa per voi.

Quella che voglio raccontarvi oggi è la nostra Grande Traversata del Supramonte.

Alla partenza nel Maggio del 2012 io, Alessandro e Cast, tre amici di lunga data decidemmo di cimentarsi nella sfida.

L’idea partì da me che, dopo essere entrato in possesso della guida, decisi di proporre l’avventura ai miei compari.

Riunii la combriccola in un bar del quartiere e devo ammettere che non fu facile convincerli.

Ad inizio trekking la “Bibbia”, così era considerata la guida cartacea, era nuova di zecca. Ora però a distanza di anni porta i segni di un indimenticabile viaggio.

Studiammo a tavolino il percorso, lo studiammo su Google Earth e, preso coraggio, fissammo i giorni della partenza.

Da quel giorno la mia vita è cambiata. Quel viaggio ha incrementato esponenzialmente in me la voglia di esplorare e di conoscere tanti più posti possibili tramite il viaggio a piedi.

Le prime difficoltà iniziarono a farsi sentire già alla partenza; non avevamo infatti calcolato che a Arcu Correboi non c’era la benché minima possibilità di arrivarci se non con la propria auto.

Noi al tempo avevamo immaginato di arrivarci in pullman.

La prima notte

Dotati di mappe IGM, di bussola, guida cartacea e di qualunque cosa ci potesse essere di aiuto, non avevamo però pensato che le montagne, nella realtà, non hanno il cartellino con il corrispettivo nome.

In Supramonte spesso i punti di riferimento possono trarre in inganno.

La prima notte dormimmo a circa 1300 metri di altitudine, nella casetta forestale di Monte Novo San Giovanni.

Monte Novo è un tacco di roccia calcarea alto circa 70 metri e immerso nella Foresta di Montes.

Tale foresta ospita una lecceta d’alto fusto plurisecolare unica nel bacino del Mediterraneo per estensione, fisionomia, caratteristiche ecologiche e paesaggistiche.

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I capolavori di Madre Natura

Il percorso che da Monte Novo conduce a Cuile Ziu Raffaele ci permise di capire cosa si intende quando si parla di lecceta secolare. Quando ci si immerge in questi luoghi, che io amo definire monumenti naturali, l’unica cosa che si riesce a fare è spalancare la bocca e rimanere estasiati per i capolavori di Madre Natura.

Le notte trascorsa a cuile Ziu Raffaele mi ha fatto capire quanto sia bello il silenzio e quanto a volte la vita della città possa privare dei bisogni naturali.

Le leggende dicono che nei pressi di questo cuile sia stato tenuto sequestrato proprio Fabrizio De Andrè.

Al risveglio la prima vera sfida fu trovare “Funtana s’Arga“, una cavità che raccoglie acqua piovana filtrata tramite il sistema carsico. In Supramonte la maggior parte delle risorse idriche si trovano nel sottosuolo e i punti di accesso sono molto spesso un privilegio di chi questi luoghi li frequenta spesso.

Fortunatamente ero riuscito in un precedente viaggio in pullman a farmi dare delle indicazioni precise da un escursionista sardo di nome Marco, espertissimo di quei luoghi.

Seguite le sue dritte riuscimmo in circa mezz’ora a trovare la preziosa fonte e proseguimmo il cammino in direzione cuile Pradu.

La terza tappa

La terza tappa filò abbastanza tranquilla e possiamo dire che fu la tappa più panoramica di tutta la GTS: il passaggio in quota sul Corrasi ci diede la possibilità di dare un’occhiata a ampio raggio sul percorso già fatto e su quello che ancora ci attendeva.

La piana di Pradu e il suo bellissimo cuile furono una manna dal cielo al traguardo della terza tappa.

Dovete sapere, tra le altre cose, che in località Pradu – a circa 1.100 metri di altitudine – vegeta una rara specie vegetale endemica: il ribes di Sardegna (Ribes sardoum)

A differenza di Ziu Raffaele, cuile Pradu, vista la vicinanza con il paese di Oliena, risulta un po’ meno isolato e al suo interno potrebbe capitare di trovare alcuni viveri lasciati da chi spesso frequenta la zona.

Durante la nostra permanenza siamo stati fortunati e ci capitò di assaggiare dell’ottimo formaggio prodotto dai pastori del luogo. Decidemmo perciò di ricambiare l’ospitalità inattesa lasciando a nostra volta dei viveri per i prossimi visitatori.

La località di arrivo del trekking è la fonte di Su Gologone.

Diciamocela tutta, questa fonte meriterebbe un articolo separato, tanto sono numerosi gli studi fatti in merito alla provenienza di quell’ acqua.

Voglio però essere generoso e darvi qualche piccola nozione: è la principale risorgiva di un vasto sistema carsico e per ora gli speleologi hanno stimato una profondità di circa 135 metri .

Chissà se dopo questa lettura i prossimi visitatori sarete proprio voi?

I miei consigli

Se deciderete di accettare la sfida tenete a mente che:

Questi 4 giorni non saranno una semplice passeggiata, ma metteranno alla prova voi stessi e le vostre capacità di adattamento, vi permetteranno di apprezzare le bellezze che un’isola come la Sardegna nasconde nei suoi angoli più remoti. Sappiate coglierne ogni istante.

Il Supramonte è severo, ma allo stesso tempo generoso con chi sa rispettare i suoi luoghi e le sue regole. Non vi deluderà!

Info utili

Il materiale necessario è bene o male uguale per tutti i trekking, fatta eccezione per la tenda. Infatti si bivacca dentro vecchi ovili, chiamati cuiles, che rendono ancora più suggestiva l’atmosfera che si crea una volta arrivati alla fine di ogni tappa.

Si parte da Arcu Correboi (una località poco distante da Fonni) passando per Monte Novo San Giovanni, Cuile Ziu Raffaele, Cuile Pradu e si arriva alle fonti di Su Gologone (nei pressi di Oliena)

La lunghezza totale delll’escursione è circa 52 km.

Il periodo migliore per poter affrontare al meglio la camminata è di sicuro tra Marzo e massimo la prima settimana di Giugno e tra Settembre-Ottobre.

Dovete tener presente che siamo in Sardegna, in un territorio duro e che la reperibilità dell’acqua rende l’itinerario abbastanza impegnativo. Le possibilità di rifornimento idrico sono una delle variabili che un escursionista deve sempre tener conto per non incappare in brutti incidenti.