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Halloween in Friuli e il Ponte di Ognissanti: tra la “notte delle streghe” di Halloween (ormai diffusa anche in territorio nostrano) e il giorno di commemorazione dei defunti, è indubbiamente fonte di suggestioni legate alla vita, alla morte e all’immortalità. Ma nulla vieta, anche in altri periodi dell’anno, di lasciarsi intrigare da una gita fuori porta improntata sul mistero per immergersi in mistici mondi fatti di leggende e di luoghi incantati ma anche di momenti di relax che permettano di nutrire lo spirito (e il corpo) in località indiscutibilmente affascinanti e dai sapori indimenticabili.

Halloween in Friuli: la Casaforte “La Brunelde”

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©imagazine.it

A questo proposito una capatina in Friuli è proprio quello che ci vuole: pochi giorni da trascorrere tra vallate e colline partendo da Fagagna, nella provincia di Udine: borgo variegato e molto ospitale, ricco di cultura, di tradizione e… di inspiegabili eventi.

Qui vi è una Casaforte detta “La Brunelde”. La dimora del Duecento fu edificata su rovine di epoca preromana, in cui si dice appaia il fantasma di Marco D’Arcano-Moruzzo, nobiluomo appartenuto a un antico casato del Friuli, ucciso e decapitato dai soldati della Serenissima nel 1421.

Castello di Villalta

Sempre a Fagagna c’è anche il più importante maniero medievale friulano: il Castello di Villalta, teatro di un festival pianistico e di eventi vari, ma a quanto pare tuttora infestato dal fantasma della bellissima dama Ginevra di Strassoldo. Stando ad alcune fonti Ginevra fu uccisa per vendetta dal conte Federico di Cucagna, al quale era stata promessa in sposa sin da bambina, perché nel 1344 si era invece maritata con Odorico di Villalta. Secondo un’altra versione Ginevra, dopo essersi trasformata in statua per vanificare gli insistenti approcci del conte Federico (che, per lo scorno subito, poi impazzì dal dolore), rimase per sempre al Castello ad attendere l’amatissimo consorte Odorico (partito per la guerra e mai più ritornato) e si dice che ancora adesso, durante le notti di luna piena, si odano i suoi strazianti lamenti nelle sale del maniero.

Ponte del Diavolo

A circa 40 chilometri da Fagagna e seguendo la Strada Statale 54, si giunge al comune di Cividale che, solo per la sua bellezza, si aggiudica a buon merito quantomeno una prolungata sosta. Fondata, secondo la tradizione, da Giulio Cesare e storicamente ragguardevole per essere stata la capitale longobarda del Friuli, Cividale sorge sulle sponde del fiume Natisone e vanta innumerevoli monumenti e luoghi di interesse: dalle dimore nobiliari (tra cui palazzo Conti-Paciani e villa Di Lenardo) alle Chiese (tra cui spicca il Duomo di Santa Maria Assunta, attiguo al Museo Cristiano); dall’Ipogeo Celtico (costituito da sotterranei scavati nella roccia di cui non si conosce né la datazione precisa né la destinazione d’uso) all’imponente e famigerato Ponte del Diavolo.

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©itinerando.net

Ed è proprio il Ponte del Diavolo a regalare al visitatore – oltre che una panoramica mozzafiato sul fiume – una curiosa leggenda. Si racconta infatti che le antiche genti di Cividale, avendo la necessità di erigere un ponte per meglio attraversare la città, non vi riuscissero a causa delle asperità morfologiche del luogo.

Quindi, allo scopo di concretizzare il loro proposito, decisero di chiedere aiuto al diavolo, che accettò di costruire il ponte in cambio dell’anima di chi per primo lo avesse attraversato. Tuttavia, dopo aver ottenuto in una sola notte la realizzazione del ponte, gli scaltri cividalesi non si fecero sacrificare: mandarono un cane ad attraversarlo per primo e al diavolo non restò che accontentarsi dell’anima della bestiola. Lasciando però a perenne memoria dell’impresa il grosso masso che si può vedere tra le due arcate del ponte, a quanto pare fatto scivolare dal grembiule della sua diavolessa nonna che gli aveva dato una mano per edificarlo.

La Cucina friuliana

Tra Cividale e Fagagna, come constatato, la distanza è breve. Ma in questi luoghi e lungo il percorso il vantaggio di un ristoro pienamente soddisfacente e alla portata del palato di tutti i viaggiatori non manca mai. Tante trattorie, anche  a conduzione familiare,  pronte ad accoglierli con entusiasmo e ospitalità per un tripudio di sapori tutti da scoprire!

Amore per la tradizione e ricette semplici di derivazione contadina sono gli ingredienti principali di una gustosa cucina. Essa utilizza i prodotti della terra e le carni degli allevamenti locali pur sempre con un occhio di riguardo ai prestigiosi vini e alle rinomate grappe.

Articolo di: M. Puhar