Guidando da Termini Imerese verso Cefalù, lungo la strada statale 113, all’altezza di Buonfornello, esattamente di fronte al ristorante pizzeria Baglio Himera, si incorre nel meraviglioso Tempio della Vittoria risalente al 480 a.C. Quante sorprese si nascondono dietro l’angolo!
Lì sorge il nuovo polo museale Pirro Marconi, nel quale sono stati esposti i ritrovamenti dei recenti scavi effettuati in loco e cosiddetto piano del Tamburino che sono parte dell’ampio complesso del Parco Archeologico di Himera. La sesta campagna di scavi archeologici, eseguita grazie ad un gemellaggio tra il Polo Regionale di Palermo e l’università di Brema in Svizzera e conclusasi lo scorso 21 luglio, ha coinvolto docenti, archeologi, studenti e anche un geofisico che dalle prime ore del giorno, sotto il sole cocente siciliano, carichi di profondo impegno, passione e dedizione, hanno portato a risultati importanti e a interessanti scoperte sulla funzione e la vita della ex colonia greca.
Ubicata al centro del golfo tra i promontori di Termini Imerese e Cefalù, alla foce del fiume Imera, in una posizione commercialmente favorevole per lo sviluppo di una colonia, Himera giocò un importante ruolo negli equilibri politici della Sicilia centro-settentrionale del VI secolo a.C. Fondata nel 648 a.C. dai Calcidiesi di Zankle, Himera fu terreno di scontro della famosa “battaglia di Himera” del 480 a.C. che vide scontrarsi Greci e Cartaginesi. I primi, vittoriosi per la prima volta, decisero di erigere in ricordo di questa battaglia il Tempio della Vittoria. I Cartaginesi, però, ottennero la loro rivincita nel 409 a.C. quando, in seguito ad un intervento armato in Sicilia, distrussero alcune colonie greche fra cui proprio Himera i cui abitanti, dopo pochi anni, insieme ad alcuni cartaginesi, si uniranno per fondare la vicina Thermai Himeraiai, ovvero l’attuale Termini Imerese, anche se il sito non fu mai del tutto abbandonato.
Il Parco Archeologico di Himera è strutturato su due livelli, la città bassa composta dal Tempio della Vittoria e da un quartiere abitativo e la città alta composta da quattro edifici di culto e dall’abitato urbano vero e proprio. Qui sorge l’Antiquarium dove sono esposti i più importanti reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici. Troviamo elementi decorativi architettonici, oggetti votivi come statuette, vasetti per unguenti, ma anche bronzi, terrecotte e anfore. Una sezione è dedicata alla necropoli che ospita, tra i vari calchi di scheletri e anforette che accolgono le ossa di bambini, la tomba “degli sposi”, un uomo e una donna i cui corpi sono stati inumati abbracciati e il cui calco consacra ancora oggi il loro amore e che intenerisce i cuori dei visitatori.
Il sito è stato spessissimo oggetto di profanazione, non soltanto da parte dei cosiddetti tombaroli che vanno alla ricerca di antichità per poi rivendersele al mercato nero, ma anche dovuti ai lavori per la realizzazione di un tratto dell’autostrada che hanno portato alla perdita di tantissimi reperti. La realizzazione del doppio binario della ferrovia ha portato alla luce la necropoli legata alla battaglia di Himera dove sono state ritrovate più di tredicimila tombe. Le Ferrovie dello Stato hanno finanziato la campagna di scavi permettendo così il rinvenimento di quella che è stata considerata una delle più grandi necropoli greche scoperte negli ultimi anni.