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Il Delta del Po: tutti ne hanno sentito parlare ma… quanti ci sono stati davvero? Inizia da qui la nostra avventurosa scoperta!
Il Delta del Po comprende un vasto territorio che si estende dalla foce del Brenta, a sud della laguna di Venezia, fino alla foce del Reno, a nord di Ravenna. In questo sistema confluiscono alcuni tra i maggiori fiumi d’Italia: il Po, l’Adige, il Brenta, il Reno, il Bacchiglione e il Tartaro. Si crea così un ambiente unico nel quale i corsi d’acqua sono tutti collegati e si diramano in svariati bracci prima di gettarsi in mare.
Conosco bene queste zone, essendo originaria di Adria, la porta del Delta del Po veneto.
Si tratta di un ambiente mutevole: basti pensare al vecchio faro di Goro, oggi disperso nell’entroterra palustre in quanto, in pochi decenni, la linea di costa è avanzata rendendo necessaria la costruzione di un nuovo faro.
Esso troneggia solitario nell’isola dell’Amore, una selvaggia e romantica lingua di terra, indicata da Legambiente come una delle tredici migliori spiagge italiane, raggiungibile solo in barca.
Pensiamo, poi, ai borghi costruiti su strisce di terra bonificate e strappate alle acque, spariti nel nulla dopo pochi decenni, inghiottiti da mareggiate e impaludamento, come Bonelli Sinistro.
Per non parlare dei cordoni di dune fossili, un tempo “scanni”, strette isole parallele alla linea di costa, rimaste intrappolate nelle campagne. Un esempio di questo fenomeno è visibile a San Basilio, una piccola frazione caratterizzata da una chiesa risalente al IX secolo, costruita su un precedente luogo di culto i cui resti sono tuttora visibili.
Quando visitare
Visitare il Delta del Po è un’esperienza imperdibile in qualsiasi stagione, però vi avviso che, se scegliete l’estate, sarete attaccati da nugoli di zanzare affamate che renderanno poco gradevole il vostro soggiorno; perciò il mio consiglio è la primavera con le sue temperature più miti o l’inizio del tiepido autunno per immortalare i suoi colori e i tramonti spettacolari. L’inverno lo sconsiglio per il freddo pungente e il frequente fenomeno delle nebbie.
Delta del Po veneto: i luoghi migliori
Ogni ramo fluviale ci porta alla scoperta di un luogo incredibile.
In corrispondenza della foce dell’Adige si trova una torre panoramica, da dove potrete godere di una splendida vista sul litorale. Fermatevi lì a fare le vostre foto!
Nelle vicinanze consiglio di andare al Giardino Botanico di Porto Caleri, visitabile a pagamento, ma con un tratto libero percorribile tutto l’anno, dove c’è una famosa passerella in legno. La passeggiata si snoda tra spiaggia, pineta e laguna.
Seguendo il corso del Po di Levante, uno dei tanti rami del delta, si arriva a Porto Levante. Qui è possibile imbarcarsi per raggiungere lo scanno Cavallari e il rifugio “Il Ghebo”. Il traghetto è accessibile solo dopo aver prenotato il ristorante o i lettini in spiaggia.
Alla foce del Po di Maistra si trova la remota spiaggia di Boccasette, con la sua sabbia finissima, dove è piacevole passeggiare. Questo è anche il luogo più economico per trascorrere una bella giornata al mare!
Tra il Po della Pila e il Po delle Tolle si estende l’isola fluviale di Polesine Camerini e la sacca del Canarin. Qui troviamo un suggestivo ristorante collocato su una palafitta che si chiama, appunto, “il Canarin”. Questo posto offre una cucina semplice e tradizionale di laguna e di mare: sono da provare le anguille, le cozze, le vongole e le ostriche rosa. Un curioso aneddoto è che questo locale ha partecipato alla trasmissione di Alessandro Borghese “4 ristoranti”! In questa zona, poi, domina silenziosa, dall’alto dei suoi 250 metri, la ciminiera della centrale elettrica oggi quasi interamente smantellata.
Sull’altra sponda del Po delle Tolle si allunga il paese di Scardovari, ricco di ristoranti rinomati come l’eccellente ittiturismo “Al Fritulin” o la storica locanda “Da Renata”.
Proseguendo nel nostro itinerario deltizio, si raggiunge la spiaggia delle conchiglie, la più iconica del delta e la dorata spiaggia dell’isola di Barricata. Per accedervi, dovrete attraversare un ponte di barche con una suggestiva visuale del porticciolo e delle case galleggianti.
Poco distante, non potete perdervi la meravigliosa Sacca degli Scardovari: un’insenatura dal fondale poco profondo nella quale pullulano gli allevamenti di cozze, vongole e ostriche del delta. La Sacca è visitabile percorrendone gli argini in auto, moto o bici oppure tramite un tour in barca con partenza dai paesini di Scardovari o di Santa Giulia.
Nel punto più profondo della sacca troviamo l’oasi naturale di Ca’ Mello, formatasi in corrispondenza di un ramo del Po interrato, e la famosa Lavanda del Delta. Questo profumatissimo campo di lavanda è visitato ogni anno da migliaia di turisti a caccia dello scatto perfetto. Qui potrete trovare anche tanti prodotti per la cura della persona e oli essenziali a base di questo fiore curativo e benefico.
Per concludere concedetevi un bel passaggio sui ponti di barche attraversando il Po della Donzella a Santa Giulia e il Po di Goro a Gorino Veneto.
Dove osservare i fenicotteri
Se siete amanti, come me, della fauna lagunare avrete l’occasione di osservare i fenicotteri rosa e altri uccelli di palude; questi volatili si insediano nelle valli interne. I migliori punti di osservazione si trovano lungo la via delle Valli, ma attenzione perché i parcheggi scarseggiano e la strada è lunga e senza punti di ristoro. L’ideale sarebbe percorrerla in bici.
Spero di avervi incuriosito con questo breve tour fatto di spunti da cogliere per visitare il delta, spettacolare e magico in ogni suo aspetto. Sarà davvero una bella avventura!
Vi saluto con questo estratto dal gusto squisitamente malinconico estrapolato dal romanzo L’avventura di Giovanni Truppi, un musicista in viaggio qui nel periodo post pandemia, che riassume bene, per me, le caratteristiche e le emozioni di questo paesaggio sullo spettatore.
Il mare è assente, ma l’acqua è ovunque: lagune, fiumi, acquitrini. Ogni tanto spunta qualche casa di contadini. Nei lunghi tratti vuoti, la terra è come impastata al grigio delle nuvole fino alla pancia del cielo e sembra un altro mare di un altro colore.
L’avventura di Giovanni Truppi
Profilo autore
Giulia Crepaldi vive ad Adria, la cittadina che, secondo la tradizione, ha dato il nome al mar Adriatico. Di professione insegnante, per passione è scrittrice di racconti brevi e poetessa.
Dopo il diploma linguistico, frequenta la facoltà di Lettere Moderne a Padova. Può così coltivare la predisposizione naturale per la letteratura, la lettura e la scrittura, alimentata da una grande curiosità e creatività. Scrive brevi racconti e con due di questi, “Un viaggio nei ricordi” e “Invisibile”, vince due premi letterari: a Torino in occasione del concorso internazionale “Trofeo Penna D’Autore” e a Lendinara nel concorso “l’Arcobaleno della Vita”. La sua inclinazione letteraria si sposta, quindi, sulle poesie e sperimenta molto in quell’ambito. Alcune delle sue liriche partecipano a eventi culturali della sua città: ad esempio “Anima gemella” vince il quinto premio nella manifestazione “Adria in love”. La sua scrittura è definita evocativa ed emozionale per il frequente utilizzo di immagini e descrizioni.
La sua formazione umanistica si arricchisce di due esperienze interessanti: la collaborazione come giornalista freelance con il quotidiano “La Voce di Rovigo” e lo stage come addetta stampa in una agenzia di comunicazione e marketing a Padova.
L’interesse spiccato per la letteratura la porta a intraprendere la professione attuale di insegnante d’italiano.
Le sue passioni, oltre alla scrittura, sono le passeggiate in mezzo alla natura, la danza, il disegno, la musica e il canto, il viaggio.
Mi piace esplorare e trovo che il viaggio sia il miglior modo per perdersi e ritrovare sé stessi.
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