Il Duomo di Orvieto, toglie letteralmente il fiato

Home » Il Duomo di Orvieto, toglie letteralmente il fiato

Tempo di lettura stimato: 6 minuti

Quando si descrivono le meraviglie dell’Italia, siano esse naturali o create dall’uomo, spesso viene usato il termine mozzafiato. In effetti, si potrebbe sostenere che l’aggettivo sia diventato così eccessivo da diventare quasi un cliché. Questo è un peccato perché quando ci vuole, ci vuole, e poiché non voglio sottovalutare le emozioni evocate dal Duomo di Orvieto, oltre a mozzafiato, aggiungerei anche da arresto cardiaco o da pelle d’oca.

Ho avuto la fortuna di vedere alcuni dei più grandi capolavori e contributi italiani all’umanità, ma fino a poco tempo fa non avevo ancora visto la Cattedrale di Santa Maria Assunta di Orvieto, o come viene comunemente chiamata, il Duomo. Quando una città ha un “Duomo”, come Milano, Firenze o Siena, il nome ufficiale ha poca importanza perché per quella città, alla fine, non può essercene un altro.

Il centro storico di Orvieto è piccolo e senza pretese. Infatti, mentre ti dirigi con un unico obiettivo verso il Duomo, non puoi fare a meno di chiederti se tutto quello che hai letto e visto al riguardo è proprio vero. Come può un edificio così mostruoso emergere da questo labirinto di vicoli stretti? Sarà vero? Sto seguendo correttamente la mappa? I cartelli sono giusti?

E poi, proprio mentre stai per ricontrollare ancora una volta il GPS, ti fermi letteralmente di colpo. Una grande piazza si apre davanti a te e rimani senza vergogna a bocca aperta mentre i tuoi occhi si adattano alla vastità dell’edificio che hai davanti. All’inizio non sei nemmeno sicuro di dove guardare: su, giù, all’altezza degli occhi. È così travolgente che ci vogliono alcuni minuti per contemplarne la grandiosità. È gotico? E’ romanico? Ho mai visto qualcosa di simile?

La facciata in dettaglio

Prenditi un momento, o tutto il tempo che ritieni necessario, per valutarlo da tutte le angolazioni e punti di vista della piazza. Quindi, avvicinati abbastanza quasi a toccarlo (il plexiglass è stato posizionato proprio per evitarlo) e nota i dettagli intricati. La costruzione iniziò nel 1290 per ordine di papa Niccolò IV. La facciata è realizzata in marmo, basalto e travertino scolpiti da maestri artigiani. Se ti ricordi già il Duomo di Firenze o di Siena, hai un grande occhio perché Arnolfo di Cambio fu uno degli architetti originali sia del Duomo di Firenze che di Orvieto e l’architetto senese, Lorenzo Maitani, rilevò la facciata di Orvieto nel 1309 modellandola al Duomo di Siena.

I bassorilievi raffigurano scene del libro della Genesi, la vita di Gesù, l’Albero di Jesse e il Giudizio Universale. Le massicce porte in bronzo risalgono in realtà agli anni ’60, quando furono sostituite a quelle originali in legno. Appena sopra le porte ci sono copie delle sculture originali del XIV secolo. Ad eccezione dell’Arcangelo Gabriele, gli evangelisti in bronzo che sono tutti originali. A causa della sua altezza, è difficile vedere veramente i dettagli dei mosaici che abbelliscono la facciata e risalgono al XIV-XIX secolo. Intorno al magnifico rosone si trovano le statue dei profeti e degli apostoli.

L’interno

Se non hai ancora acquistato il biglietto online, fallo adesso di persona. La biglietteria si trova direttamente di fronte al Duomo e il biglietto è valido sia per il Duomo che per il Museo MODO (Museo Opera del Duomo). Tuttavia, visitando all’inizio di settembre intorno alle 10, non c’era nessuno in fila; a seconda della stagione turistica, potresti trovare folla.

orvieto-duomo-umbria

Se non sei sicuro di cosa aspettarti all’interno, potresti pensare che magari è proprio uno di quelle cattedrali che ha un esterno sorprendente e, in parole povere, un interno banale. Quanto ti sbaglieresti! La grandezza di questa cattedrale è umiliante. Da notare le vetrate colorate con la rara aggiunta di pietra di alabastro che consente alla luce del sole di attenuarsi leggermente per un effetto davvero magico.

Preparati perché al prossimo passo ti tremeranno le ginocchia. Parlo della Cappella di San Brizio (a destra dell’altare) con i suoi affreschi che non sembrano fatti da mani umane. Furono dipinti dal Beato Angelico e dal cortonese Luca Signorelli, che fu uno dei maestri di Michelangelo e presumibilmente ispirò la Cappella Sistina. Le scene includono l’Apocalisse ma riflettono anche sulla politica italiana della fine del 400. Se ci fosse stato un posto dove sedersi, avrei potuto restare qui per tutto il giorno ad osservare ogni minimo dettaglio. Assolutamente strabiliante!

orvieto-duomo-san-brizio

Anche l’altare è magnificamente affrescato e comprende due fantastiche statue marmoree della Vergine Maria di Francesco Mochi. Infatti, chiunque ha avuto la fortuna di visitare la Cattedrale dopo il 2019, ha potuto vedere tutte le 18 statue originali rimosse nel 1897. Da non perdere la Pietà scolpita da un unico pezzo di marmo da Ippolito Scalza nel 1579.

Spero che ti concederai abbastanza tempo e che la tua mente rimarrà sconcertata da una creazione così brillante. A me ha fatto riflettere sulle infinite capacità dell’uomo e di come oltre 500 anni fa l’uomo stesso sia stato in grado di creare tali meraviglie. E noi, uomini dei nostri tempi, come ci confrontiamo? O meglio, come osiamo paragonarci a loro? Cosa lasceremo da ammirare alla posterità?

Leggi di più su Orvieto qui.