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Ogni anno per la Vigilia di Natale a Oratino, uno dei borghi più belli d’Italia, si celebra una delle tradizioni più antiche e conosciute del Molise: la cosiddetta Faglia, ossia l’accensione di una grande torcia lunga 13 metri che ha lo scopo di indicare il cammino spirituale all’intera popolazione.

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Il Capofaglia

La torcia viene costruita dai giovani del paese con delle canne a cui danno fuoco nell’ambito di un rito corale, dando vita ad uno spettacolo che attrae centinaia di turisti nel cuore del centro storico di questo piccolo paese.

Una cinquantina di volontari trasportano la faglia, che raggiunge un peso dai 25 ai 30 quintali, lungo il tragitto che inizia dall’entrata del paese e arriva alla chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo.

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Sistemazione della Faglia di Oratino

Durante la camminata il capofaglia ha il compito di scandire la marcia di tutti coloro che lo aiutano a portarla, per regolare il tempo del passo, e ringrazia le persone che hanno fornito la materia prima secondo la formula “Evviva le canne di…”.

Con la Faglia di Oratino si fa riferimento al culto del fuoco europeo e, soprattutto, ai fuochi del solstizio d’inverno, che, come quelli del solstizio d’estate, sono collegati alla fecondità ed al matrimonio, nonché alla morte.

L’astro solare, nascendo dalla notte più lunga dell’anno, secondo le antiche religioni avrebbe dovuto acquistare sempre nuova forza per contrastare il contemporaneo ed apparente morire della natura.

Il significato dell’accensione del fuoco era duplice: da un lato si cercava di riprodurre, di mimare, la potenza del sole, dall’altro era presente una valenza di purificazione. Il fuoco, testimone di immortalità, avrebbe così allontanato dall’animo umano le tensioni peccaminose eliminando inoltre, con un atto “magico” il male “fisico” della comunità.

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La Faglia accesa

La Faglia, è una preziosa risorsa per il pastore e il contadino molisano. Rudimentale faro, guida nella notte, questo artistico torcione anticamente rischiarava il cammino ed indicava, nelle notti di bufera, la dimora, il rifugio contro le rigide temperature del territorio.

Copyright foto: ansa.it; molisiamo.it; molisedoc.it.


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