Milano è ormai da anni città di riferimento per il suo fervore culturale. Sono decine gli eventi che animano la vita cittadina durante l’anno. Da centro riconosciuto a livello mondiale in ambiti quali design e moda, la capitale lombarda è al primo posto anche nell’organizzazione di mostre d’arte. Numerosi sono gli spazi adibiti a queste manifestazioni sparsi per la città. Dall’apertura della nuovissima Fondazione Prada, inaugurata nel 2011, a quella del Mudec, il Museo delle Culture di Milano, nel 2014, a centri ormai consolidati e specializzati in diversi periodi artistici. L’Hangar Bicocca e il Pac, Padiglione d’arte contemporanea, per quanto riguarda l’arte contemporanea, e Palazzo Reale che ogni anno ospita mostre di alto livello per tematiche, opere esposte e allestimenti curati nel dettaglio in grado di attirare centinaia di visitatori ogni giorno.
Dentro Caravaggio
Proprio a Palazzo Reale il 29 settembre ha aperto la nuova mostra su Michelangelo Merisi, conosciuto ai più come il Caravaggio intitolata “Dentro Caravaggio”. La mostra si pone come obiettivo primario quello di far conoscere agli interessati i risultati delle nuove ricerche svolte su questo innovativo e visionario artista. All’interno del primo piano del Palazzo verranno presentate 20 tele dell’artista provenienti da tutto il mondo. La novità nel percorso espositivo della mostra è l’unione della tecnologia associata ad ogni opera. Ogni quadro sarà affiancato da uno schermo che illustrerà le varie fasi di creazione dell’opera. Dal processo ideativo alla vera e propria realizzazione del quadro.
Le opere esposte
Una mostra con opere provenienti da tutto il mondo, testimonianza del grande impegno diplomatico e del forte desiderio di omaggiare il grande artista.
Opere del periodo giovanile
Sei le opere del periodo giovanile fra cui lo splendido “ Riposo durante la Fuga in Egitto” del 1597 proveniente dalla Galleri Doria Pamphilj di Roma; Il “Ragazzo morso da un ramatto” del 1597, proveniente da Firenze, dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Il “San Francesco in estasi” del 1598 circa,in prestito dal Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford. E da Detroit “ Marta e Maria Maddalena” datato tra il 1598 e il 1599.
Opere del periodo maturo
Nove le opere del periodo della maturità, dopo che gli viene commissionato il grande lavoro presso la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. Da questo momento in poi Caravaggio non dipingerà più i protagonisti dei suoi quadri ma dalla preparazione scura aggiungerà solo i chiari e i mezzi toni, ossia solo le parti in luce. Dipinge quindi le figure solo in parte, solo le parti illuminate dalla luce. Il resto del quadro rimane nell’ombra, la preparazione di base scura non viene toccata. Questa la tecnica che lo ha reso rivoluzionario per la sua epoca.
Presenti la bellissima “Giuditta che taglia la testa di Oloferne” del 1602 che apre la mostra. La “Sacra Famiglia con San Giovannino” proveniente dal Metropolitan Museum di New York. Poi tre opere dello stesso periodo 1604/1606 poste a confronto dove Caravaggio utilizza la stessa impostazione compositiva e la stessa gamma cromatica. I due “San Giovanni Battista”, uno proveniente da Kansas City e l’altro da Roma e il “San Girolamo penitente” dal Museu die Montserrat di Barcellona.
Opere successive alla fuga da Roma
Ed infine cinque sono le opere esposte appartenenti al periodo successivo alla fuga da Roma, gli ultimi anni di vita di Caravaggio. La meravigliosa “Flagellazione di Cristo” proveniente da Napoli. E “Salomé con la testa del Battista”, datata 1607/1610 proveninete dalla National Gallery di Londra e il “Martirio di Sant’Orsola” del 1610 proveniente dalla collezione Intesa San Paolo di Napoli che meglio di tutti rappresentano la sua tecnica pittorica.
Le ricerche sulla tecnica di Caravaggio
La tecnica di Caravaggio ha impegnato un equipe specializzata di ricercatori che dal 2009 ha lavorato per approfondire le conoscenze sul suo modo di lavorare e sulle fasi di formazione dell’artista. Le indagini sono state svolte sul corpus delle opere appartenenti alla collezione romana. 22 tele dalle quali sono emerse alcune conferme ma anche delle novità riguardanti la sua tecnica . Sotto i vari strati di pittura sono state rinvenute delle altre immagini ed inoltre è stata smentita la credenza che Caravaggio non seguisse un disegno di base poiché in molte opere del periodo giovanile sono stati scoperti dei tratti preparatori alla composizione finale. Queste sono solo alcune delle scoperte che vengono rivelate durante il percorso della mostra. Inoltre alcuni chiarimenti riguardanti la sua movimentata vita a cui gli studiosi sono risaliti attraverso lo studio di alcuni documenti inediti.
La tecnica di studio
Sonno state utilizzate tecniche minuziose atte a scavare sotto ciò che noi vediamo nei quadri di Caravaggio. Attraverso la riflettografia e la radiografia si è potuto penetrare sotto la superficie pittorica. Questa analisi ha permesso al team di ricercatori di seguire il procedimento creativo dietro ad ognuna delle opere prese in esame. Mettendoli al corrente di pentimenti, rifacimenti, e aggiustamenti nell’elaborazione dell’opera da parte del Caravaggio. Ad esempio nel “San Giovannino” di Palazzo Corsini a Roma è emersa la figura di un agnello , simbolo iconografico, successivamente eliminato dal pittore. Inoltre è emerso un altro dato importante riguardo la tecnica di Caravaggio. L’importanza per il pittore delle incisioni sulla tele. Questi piccoli solchi permettevano al pittore di posizionare la figura nel dipinto ed inoltre assicuravano al modello di riprendere la stessa posa nelle sedute successive. Oltra alle tele romane altre opere sono state sottoposte a questo tipo di analisi e nove di queste sono presenti all’interno dell’esposizione.
Copyrigth foto articolo: immagini.quotidiano.net; images2.milano.corriereobjects.it; caravaggiomilano.it
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Articolo di: J. Loddo