Ha sempre fatto la tata ed ha scattato fotografie per proprio diletto per tutta la vita. Dopo la sua morte, avvenuta nel 2007, queste fotografie sono state scoperte e considerate vere e proprie opere d’arte: una eccentrica, vigorosa baby sitter dal carattere intransigente con questa fortissima passione, ed un illimitato desiderio di darle soddisfazione sempre ed ovunque, in modo quasi compulsivo.
Questa è Vivian Maier, nata negli Stati Uniti e vissuta in maniera ritirata e del tutto privata. Ora il Palazzo Ducale le dedica una mostra che, in questo momento, è il clou di quanto viene esposto e rappresentato nelle proprie stanze.
La Fondazione Palazzo Ducale sta vivendo un momento delicato; Luca Borzani, un grande personaggio nell’ambito della societas cittadina, è giunto al termine del proprio mandato di Presidente, ricchissimo di novità e di eventi, ed ancora non è stato individuato un degno successore. Si dice che Borzani si dedicherà a vita politica, pur dopo aver rifiutato di candidarsi per le recenti elezioni del Sindaco.
Comunque sia Palazzo Ducale ha conosciuto sotto la sua supervisione un rilancio di levatura straordinaria ed ora sarà indispensabile rimanere a questi livelli di prestigio e di efficienza. Contemporaneamente, è in atto una polemica sottilmente subdola circa l’originalità di alcune delle opere esposte in questo stesso periodo nell’ambito della mostra di Modigliani. E la Fondazione si è subito tutelata rimandando le decisioni in proposito al giudice competente per riconoscere ogni propria buona fede.
In questo clima di luci ed ombre la mostra di Vivian Maier rappresenta un punto fermo di interesse eccezionale capace da solo di tenere alto il blasone dell’organizzazione tutta, che peraltro presenta contemporaneamente, pur nel bel mezzo dell’estate, diversi altri eventi di rilievo assoluto. Fra tutti, le foto di Elliott Erwitt ed i Concerti Notturni en plein air (cinque pianisti per cinque notti).
Il personaggio della Maier ha un fascino tutto suo, la sua figura di donna dall’aria vagamente austera e démodé è un aspetto che incuriosisce al di là delle sue stesse opere d’arte. Il suo carattere e la sua maestria e capacità di interpretazione della realtà stupiscono in ogni circostanza sia che rappresenti gli angoli delle città di Chicago e New York, dove ha trascorso quasi tutta la propria vita, sia che ritragga volti di bambini o di vecchi o comunque espressioni umane nelle loro manifestazioni più personali ed originali. Una austerità di carattere e di costumi che si fa fantasia nel momento dello scatto conservando tutti suoi requisiti di rigorosità. Un incontro di opposti che racconta tanto della personalità della autrice.
Nessuna fotografia della Maier era mai stata esposta durante la sua vita, malgrado il numero davvero inusitato di scatti eseguiti, molte delle fotografie non erano ancora state sviluppate e sono state trovate nei rullini non toccati. Una originalità unica che è vera scoperta di un mondo intero.
Quasi sempre in bianco e nero con qualche ammiccamento al colore che concede alla artista rari momenti di divagazione rispetto al proprio stile. Un modo sobrio ed essenziale non nega la ricerca del particolare.
La sontuosità del Palazzo Ducale accoglie i visitatori in un ambiente classico raffinato e solenne. L’ubicazione a contatto con piazza De Ferrari e l’affacciarsi elegante su piazza Matteotti assicurano la solidità della presenza nell’ambito delle priorità cittadine. Conoscere Genova passa necessariamente anche attraverso la conoscenza di Palazzo Ducale.
Non lontano i templi della cultura genovese, il teatro Carlo Felice, il teatro della Corte e il Duse, il Politeama Genovese e le biblioteche Feltrinelli e Mondadori.
Senza contare la maestosità della cattedrale di San Lorenzo edificata intorno al 1130. Capolavoro dell’arte romanica con portali della facciata gotici realizzati da maestranze francesi del duecento.
Di fronte, Piazza delle Erbe con la sua vita notturna, dove la movida si sviluppa armoniosamente attorno a ristoranti caffè e gelaterie. Occasioni da non perdere per chi si trovi a passare in zona e voglia mescolarsi in una vita segnatamente in comune. Per chi preferisca invece rimandare la visita al Ducale e a questa parte di Genova a momenti di minore calura la mostra rimarrà aperta fino al l’8 di ottobre. Anche i più insofferenti ai caldi estivi potranno così soddisfare la curiosità di ammirare le opere della tata-fotografa.