La Riviera del Brenta mette in comunicazione Padova con la Laguna di Venezia in un percorso di 36 km, lungo i quali troviamo le bellissime “Ville del Brenta”, frequentate nei secoli scorsi da Casanova, Galileo, Byron, D’Annunzio e dalle famiglie reali di Francia e di Russia, da Napoleone e dagli Asburgo.
Il “Canale alla moda”
Il fiume Brenta era percorribile in questo tratto già nel 1500 e divenne ben presto il “canale alla moda“, proseguimento ideale del Canal Grande di Venezia, via d’acqua facilmente navigabile da comode imbarcazioni chiamate burchielli.
Questi battelli erano dotati di una grande cabina in legno con 3 o 4 balconi finemente decorati e esteticamente adatti a trasportare i nobili veneziani che, partendo da Venezia raggiungevano le loro “ville di campagna” le Ville del Brenta. Erano spinti a remi da San Marco fino a Fusina da dove venivano trainati da cavalli su sentieri laterali al fiume, fino a Padova. Durante il tragitto facevano tappa davanti alle ville per permettere ai proprietari di scendere davanti a casa.
Da dove nasce la “cultura” della Villa nella Riviera del Brenta?
Già nel 1345 il Maggior Consiglio della Serenissima Repubblica di Venezia, permise ai suoi cittadini di acquistare terreni nella terraferma, cosa vietata fino a quel momento. I patrizi e i ricchi mercanti veneziani diversificarono il loro interessi economici, fino a quel momento rivolti a Oriente, acquistarono possedimenti lungo le rive del fiume e per amministrare e controllare i loro investimenti fecero costruire delle “residenze di campagna” in questo territorio.
Esse riunivano in un unico complesso, la dimora padronale e gli edifici dedicati ai servizi legati all’agricoltura che divenne una nuova fonte di ricchezza. Le barchesse attigue alla villa erano all’epoca locali per ospitare stalle, attrezzi e il personale che lavorava nei campi.
L’età dell’oro delle Ville della Riviera del Brenta
Nacquero vari tipi di villa: la villa-azienda, la villa-tempio, dove si riunivano intellettuali e artisti e la villa-reggia, molto spesso sede di rappresentanza del doge per feste e banchetti. Molte ville erano dimore sontuose, opera di famosi architetti, affrescate da celebri pittori, fra i quali il Tiepolo.
Avevano anche la funzione di impressionare gli ospiti stranieri invitati per concludere scambi commerciali. Erano il simbolo della solidità economica e della potenza politica dei proprietari che rimanevano sempre e comunque abili mercanti, maestri nell’intrattenere e “viziare” i “clienti importanti” con il vino fatto arrivare dalle riserve dello Zar di Russia, con il baccalà del Nord Europa (e che diventerà un piatto d’eccellenza della cucina veneziana) e con le preziose spezie orientali molto usate all’epoca.
Oltre che “sedi di lavoro” divennero il “luogo di villeggiatura” per eccellenza della nobiltà veneziana, testimoni di un fasto e di un periodo di splendore che durò 2 secoli, ridisegnate spesso per assecondare la “smania di villeggiatura” descritta dal Goldoni nelle sue opere.
Le allegre compagnie di villeggianti si spostavano da una villa all’altra per godere delle feste da ballo e spettacoli che continuavano per tutta l’estate.
Ahimé, nel 1797 Napoleone mise fine alla gloriosa Repubblica di Venezia e il fenomeno terminò, portando al lento declino delle Ville del Brenta.
Le Ville visitabili oggi
Le Ville visitabili sono rimaste ben poche. Tra tutte la più grandiosa è Villa Pisani a Stra‘, chiamata in tanti modi: il “Palazzo Ducale” in terra ferma, la “Nazionale”, la “Regina delle Ville Venete”. E’ costituita da 114 stanze riccamente arredate, un giardino famoso per il suo labirinto di bosso, e soprattutto la sala da ballo del Tiepolo, così chiamata per un bellissimo affresco sul soffitto – “Apoteosi della famiglia Pisani” – dipinto dal celebre pittore per celebrare la potenza del Casato Pisani.
Altra villa da visitare in prossimità di Mira è Villa Foscari, detta la “Malcontenta”, progettata da Andrea Palladio. E’ un tipico esempio di Villa-tempio con il suo monumentale vestibolo a colonne che si specchia malinconico nel canale tra i salici piangenti. La leggenda vuole che debba il suo nome “Malcontenta”ad una donna della famiglia Foscari relegata tra le sue mura in solitudine per 30 anni a scontare la pena per la sua condotta licenziosa.
Da non perdere
Per ripercorrere il tragitto tra Padova e Venezia e visitare le ville, ci sono oggi delle compagnie di navigazione private che organizzano tour.
La stagione migliore è senz’altro la primavera, quando il clima non è ancora troppo caldo.
Copyright foto tragitto: www.tabitabiz-WP.com; foto burchiello: www.ilburchiello.it