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“Roma dove sei? Eri con me
Vacanze Romane, Matia Bazar
Oggi prigione tu, prigioniera io
Roma antica città
Ora vecchia realtà
Non ti accorgi di me
E non sai che pena mi fai”
L’anno scolastico volge al termine e la coordinatrice di classe, docente di matematica e scienze, ha pensato di tenere una lezione all’aperto presso Villa Ada. Io e la collega che insegna scienze motorie la accompagniamo volentieri.
Dopo una passeggiata di circa 30 minuti, raggiungiamo il parco.
Immergersi nella natura della Città Eterna
Lo scopo della lezione è raccogliere foglie e catalogarle, ma io ho sempre preferito la fauna alla flora e non posso fare a meno di fotografare un’anatra ed i suoi sette anatroccoli che nuotano nel laghetto. Ricordo che una delle mie favole preferite da bambina era “Il Brutto Anatroccolo”. Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, è stato un brutto anatroccolo. Spesso non siamo brutti; è il contesto in cui siamo inseriti che ci fa sentire tali. E allora bisogna trovare il coraggio di spiccare il volo come cigni, ed andare lontano.
Mamma anatra (germano reale) per nulla intimorita dai miei alunni, si avvicina alla sponda del laghetto. Credo che si aspetti che le lanciamo delle molliche, come fanno molti visitatori del parco. Una caratteristica del germano reale (Anas Platyrhynchos) è il dimorfismo sessuale; parte delle piume del maschio sono di un verde brillante, per attirare le femmine, il cui piumaggio, invece, è marrone.
Il laghetto è circondato da cespugli di alloro (Laurus Nobilis) pianta cara ad Apollo e nota per le sue proprietà magiche. La leggenda narra che Cupido per vendetta trafisse Apollo con una freccia, facendolo innamorare della ninfa Dafne, che non ricambiava il suo amore. La ninfa, per sfuggire al dio del Sole, chiese di mutare forma e fu trasformata in un albero di alloro. Oggi le foglie di lauro vengono utilizzate per condire le pietanze e per preparare ottimi decotti. Posizionare foglie di alloro negli armadi, profuma gli indumenti. Bruciare foglie secche di alloro e salvia bianca purifica l’ambiente.
Raccolgo alcune foglie di lauro e mi dirigo con i miei alunni verso un’area del parco ricca di alberi. Alcuni allievi raccolgono le foglie di quercia da sughero (Quercus suber), albero diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, soprattutto in Sardegna. Li aiuto a compilare la scheda, fornendo loro informazioni sul sughero, materiale utilizzato per la produzione di sandali, di accessori ma soprattutto di tappi. L’invenzione di questi ultimi ha facilitato la conservazione del vino.
L’esemplare di quercia da sughero attorno al quale ci siamo radunati è coperto di muschio. La coordinatrice di classe spiega agli alunni che il muschio si forma sempre sul lato dell’albero rivolto a nord, ed invita a verificare utilizzando una bussola. Successivamente, ci fornisce qualche informazione sul luogo in cui ci troviamo.
Il secondo parco più grande di Roma
Villa Ada è il secondo parco della capitale per estensione. Sorge In un’area anticamente denominata Antemnae, citta’ più antica di Roma, attraversata dalla strada del sale, la Salaria Vetus. Al di sotto del parco vi sono alcune gallerie, utilizzate dai primi cristiani come catacombe. Fra il XVI ed il XVIII secolo, l’area fu divisa in diversi appezzamenti adibiti a vigne, canneti e poderi. Nel XIX secolo appartenne ai Savoia, che la utilizzarono come tenuta di caccia. Nel 1878 Fu venduta al conte Telfener, la cui moglie si chiamava Ada. Riacquistata dai Savoia nel 1904, ne fu residenza ufficiale fino al 1946. Il 25 luglio 1943 fu teatro dell’arresto di Benito Mussolini. Dopo l’esilio dei Savoia, Villa Ada divenne un parco pubblico. Attualmente ospita l’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto.
La lezione di scienze, divenuta poi lezione di storia, viene interrotta da un magnifico esemplare di Jack Russell (canis familiaris) che si unisce a noi. Dotato, come tutti i suoi simili, di notevole intelligenza ed intuito, non spreca tempo con gli alunni ma si avvicina all’individuo che ama i cani più di qualsiasi altro membro del nostro gruppo: la sottoscritta! Decido di premiarlo e gli offro abbondanti bocconi della mia focaccia. Il canide sembra gradire ma dopo un po’ viene chiamato dal padrone.
A quel punto, i miei alunni si sistemano su un plaid e continuano a compilare le schede relative alle foglie che hanno raccolto. Quando hanno concluso le proprie ricerche, vengono chiamati ad esporle. Ad esempio Bianca ci descrive l’ippocastano (Aesculus hippocastanum) – appartenente alla famiglia delle Sapindacee – il cui frutto è simile alla castagna ma non è commestibile. L’allieva Patrizia ci racconta una leggenda relativa alle more di rovo (Rubus fruticosus) spiegando che quest’ultimo è un arbusto e non un albero. Il motivo per il quale questo frutto può essere consumato solo fra l’8 maggio ed il 29 settembre (fra due feste di San Michele Arcangelo) è legato alla cacciata di Lucifero dal paradiso; l’angelo ribelle, precipitando, fu ferito dalle spine dei rovi. Ogni anno, durante i festeggiamenti settembrini di San Michele Arcangelo, Lucifero ricorda la sua sconfitta e, in preda ad una crisi isterica, inizia a sputare e ad urinare sulle more, maledicendole affinché diventino velenose!
Mentre ascolto con interesse le mie alunne, sono costretta ad osservare il comportamento di altri allievi. Un esemplare di cornacchia (Corvus corone) si avvicina al nostro gruppo e faccio appena in tempo a salvarlo dalle grinfie di Elio che lo sta ingozzando con i popcorn! A Roma ho visto moltissime cornacchie che inizialmente scambiavo per corvi. In realtà entrambi gli uccelli appartengono alla famiglia delle Corvidae, ma la cornacchia è più piccola. Nel frattempo Elio, non potendo più arrecare danno allo sventurato pennuto, decide di sfogare la propria irrequietezza sul povero Quercus suber! Armato di un ramo secco, inizia a rimuovere forsennatamente il muschio dalla corteccia dell’albero! Viene prontamente disarmato dalla coordinatrice di classe.
La flora e la fauna di Villa Ada tirano un sospiro di sollievo quando i miei alunni concludono l’esposizione delle proprie ricerche! Decidiamo di spostarci in un’altra area del parco per consentire agli allievi di giocare a palla avvelenata. Mentre li guardo giocare, ricordo che fra due giorni porteranno in scena – presso il teatro della scuola – un’opera di Gianni Rodari. Non so dove insegnerò l’anno prossimo, non so se rivedrò gli alunni della I Q. “Forza, Anna! Non vorrai commuoverti proprio adesso!”
Spero che questo sia il primo di una lunga serie di articoli su Roma, città che amo e che mi ama. Roma mi ha accolta una prima volta nel 2007, quando ho iniziato la mia carriera di receptionist stellata. E mi ha riaccolta nel 2022 come docente.
Arrivederci Roma, a presto!
Profilo autore
Anna Visconti è nata a Caserta.
Fin da adolescente ha dimostrato un forte interesse per la letteratura inglese e per i libri di etologia. Durante gli anni del liceo, sognava di diventare una scrittrice.
Ha studiato Lingue e Letterature Straniere presso l’Università Federico II di Napoli e successivamente, seguendo l’esempio di Ulisse, uno dei suoi personaggi letterari preferiti, ha lavorato come tour leader e come receptionist, in modo da poter viaggiare e vedere il mondo.
Ama moltissimo gli animali ed ha già adottato quattro cani ( il numero è destinato a crescere! )
Per loro ha appeso la valigia al chiodo ed ha scelto di dedicarsi all’insegnamento delle lingue straniere. Attualmente insegna lingua inglese a Roma ed a Pozzuoli.
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