Home » L’incantevole tour in bicicletta del Monte Baldo

Come noto il Monte Baldo è la montagna più alta intorno al Lago di Garda e con la sua estensione domina quasi tutta la riviera orientale. Il massiccio offre moltissime opportunità agli amanti della natura e dello sport in generale.

Tra questi spiccano certamente gli appassionati di ciclismo su strada che si posso cimentare nel meraviglioso “Tour del Monte Baldo” attraverso il quale è possibile godere di una varietà di paesaggi ricchissima, attraversando le province di Trento e Verona.

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Preme evidenziare che sarebbe meglio dedicarsi a questo tour in giorni feriali (la strada è molto frequentata da motociclisti), evitando il mese di agosto in quanto il ritorno dalla Gardesana orientale (SS 249) potrebbe essere poco agevole a causa del traffico. Inoltre è necessario munirsi di apposite luci di segnalazione sia anteriori che posteriori nonché delle bretelle riflettenti al fine di percorrere le gallerie tra Malcesine e Torbole in totale sicurezza.

Si parte dalla deliziosa piazzetta di Torbole (62 m.s.l.m.) e da qui si imbocca la c.d. “vecchia Nago” che in soli 2 km porta all’omonimo paesino: importante non sottovalutare questa prima salita che, seppur breve, presenta delle pendenze di tutto rispetto.

Si procede quindi percorrendo la pista ciclabile fino al passo San Giovanni (287 m.s.l.m) passando per Loppio fino all’abitato di Mori (204 m.s.l.m.).

A Mori, usciti dalla pista ciclabile, dopo circa 500 m si raggiunge la rotatoria dalla quale ha inizio l’ascesa vera e propria al monte Baldo: circa 24 km con un dislivello complessivo di quasi 1500 metri.

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La strada inizia infatti a salire subito con una pendenza piuttosto significativa e con ampi tornanti si arrampica prima fino a Besagno (383 m.s.l.m.) poi fino all’abitato di Brentonico (692 m.s.l.m.), circondata dal bel panorama sulla Val Lagarina.

Giunti a Brentonico, finalmente si può tirare il fiato in quanto la strada spiana leggermente per poi scendere per circa 500 metri: ma è solo un’illusione in quanto il tracciato si impenna improvvisamente arrivando a toccare una pendenza del 16%: proprio per veri grimpeur!

Superata la rampa l’impegno non accenna a diminuire in quanto la strada prosegue (con qualche tornante in più per fortuna) fino alla frazione di San Giacomo (1196 m.s.l.m.).

E anche qui, dopo una breve discesa, si è costretti a “tirare su qualche dente” per affrontare un altro tratto, molto duro ma sempre panoramico, che porta in località San Valentino (1314 m.s.l.m) dove è posto l’omonimo passo.

Qui è possibile ristorarsi alla provvidenziale fontanella appena costruita prima di affrontare gli ultimi 6 km che conducono al rifugio Graziani (1617 m.s.l.m.) dove pare d’essere proprio in alta montagna, tra pascoli e piccole baite.

La strada tocca appena il rifugio per poi iniziare a scendere fino al rifugio Bocca di Navene (1403 m.s.l.m.) dal quale è possibile godere di una vista meravigliosa su gran parte del Garda.

Ma le fatiche non sono finite: la strada prosegue ancora per circa 10 km con fastidiosi “mangia e bevi” fino ad arrivare in località Novezza: qui inizia la discesa vera e propria che si presenta inizialmente stretta e ripida per poi diventare larga, in picchiata fino al paese di Caprino veronese. Il panorama cambia completamente: dai prati e fiori tipici dell’alta montagna fino al lago di Garda con la sua vegetazione mediterranea.

A Caprino è posto il giro di boa: qui, seguendo le indicazioni per Garda, dopo aver percorso circa 4 km su una strada dritta (c.d. “linea”) e un veloce strappo, si giunge finalmente al lago di Garda, precisamente al paese di Garda dove consiglio un gelato sul lungo lago, per ricaricare le pile. Mancano ancora 35 km da percorrere lungo la Gardesana Orientale fino a Torbole.

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Solitamente il rientro, se fatto dopo il mezzogiorno, risulta particolarmente piacevole grazie all’Ora del Garda, il vento tipico di questo bacino lacustre che, giungendo dalla pianura padana, parte all’inizio meno intenso e si rafforza progressivamente fino al tramonto. Una piccola curiosità: Il termine Ora deriva dal latino parola latina “aura” ovvero “alito”. Al mattino l’Ora è preceduta dal Pèler, vento che soffia da nord a sud e termina intorno a mezzogiorno.

Potrete essere soddisfatti: nelle gambe 155 km e quasi 2.500 metri di dislivello: un gran bel giro!!!