Paciu Maison: un’opera senza cornici alle porte di Bologna

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Ed eccoci qua, dopo esserci lasciati alle spalle le lunghe e roventi giornate estive ci ritroviamo alla chiusura delle festività e davanti a noi un nuovo anno che inizia. Ci siamo salutati dopo avere visitato assieme alcune mete turistiche del mio amato Piemonte, terra che mi continua a dare enormi soddisfazioni, incentivando nell’imbarcarmi in nuovi progetti la cui realizzazione sarà prevista nel 2024, non temete sarete tra i primi a conoscerli e chissà se avrete piacere con alcuni di Voi potrà essere l’occasione per incontrarci.

…una passione che continua a darmi emozioni, adrenalina…

Nel frattempo, proseguo nella mia esplorazione urbana, una passione che continua a darmi emozioni, adrenalina, a volte mi sembra essere tornata un’adolescente dall’incosciente intraprendenza, l’importante poi è sapersi porre dei limiti. Permettetemi ancora una volta di dirvi “non improvvisatevi nel provarlo e mai in solitudine”. Capita di trovarsi in situazioni pericolose, noi urbexer ci addentriamo in luoghi abbandonati, non esistono percorsi di visita guidata, noi non dovremmo essere lì, spesso sono edifici fatiscenti e pericolanti e per nulla in sicurezza. Che siano ville, castelli, chiese, locali notturni, sono strutture con in comune l’abbandono e il silenzio, spesso proprio in questo loro stato di debolezza per assenza di manutenzione e per il trascorrere del tempo, vengono assaltate dal passaggio di vandali che si sentono autorizzati a derubare e a distruggere, come per infliggere un’ulteriore umiliazione.

La dimora eclettica di Paciu Maison

Ma oggi volevo approfittare di questa occasione che Dooid Magazine mi regala, per parlarvi di un luogo che si trova nella mia regione Emilia Romagna. Non è urbex, si accede alla struttura pagando un biglietto!
In un antico casolare di campagna alle porte di Bologna è stata realizzata una dimora per così dire eclettica, aperta nel weekend e visitabile a tutti, accompagnati dal giovanissimo proprietario Harry Baldiserra, trasferitosi qui nel 2016. Una vera e propria “opera d’arte abitabile”, ci troviamo a Paciu Maison. Una residenza artistica, dove arte e cultura si intrecciano per nutrire la nostra mente, accontentandola a soddisfare ogni gusto, proprio perché ciascuna stanza pur mantenendo la propria funzionalità ha uno stile e dai colori diversi. Ogni sala non ha bisogno di quadri, il tutto diventa un grande quadro senza cornice, nel quale l’ospite viene trasportato in una dimensione parallela, un viaggio particolare dove è possibile tornare bambini, sognare e riscoprire il proprio mondo interiore.
Il nome Paciu Maison deriva dalla parola “paciugo”, un intruglio di sostanze liquide cosparse a terra, è un progetto nato quattro anni fa, realizzato in 9 mesi circa e nel corso del periodo di chiusura per COVID, con l’utilizzo di materiale di recupero dello stesso casolare, nel quale l’artista-fondatore è riuscito ad immergersi ed esprimere per le tante stanze, le tante e proprie sfaccettature di Harry.

Ogni stanza, una storia artistica

Ci sono oggi 15 stanze visitabili, ne cito solo alcune, per non rovinare la sorpresa a chiunque di Voi si fosse incuriosito a farne visita: si parte dalla Sala Genesi, l’inizio del sogno artistico, la Sala della Cartografia, che richiama lo yin e lo yang, dal pavimento diviso a metà dai colori bianco e nero e dalle pareti con attorno cornici che contengono sale, per purificare il pensiero. Non solo, nella stessa il richiamo ad Escher per il rapporto tra arte e matematica. Il Mausoleo, con appesi al soffitto i vestiti ingessati dal periodo dell’infanzia ad oggi del fondatore. La Sala da Tè, catapultati nella favola di Alice nel paese delle meraviglie. La Sala di Ecate, dea della magia e degli incantesimi, dalla moltitudine di chiavi pendenti dal soffitto a simboleggiare la possibilità di accedere ad altri mondi od occasioni che la vita ogni giorno ci riserva. La Sala Van Gogh, realizzata in soli due giorni, nella quale viene riprodotta una delle opere più importanti dell’artista olandese la Notte Stellata.

…questo cocktail di stili, di colori, non è solo un’opera d’arte a 360°, è come essere catapultati tra sogno e realtà…

copyright foto: Pamela Nanetti

Mi fermo qui, vale davvero la pena visitarla, Vi consiglio la prenotazione per non perdere l’occasione, soprattutto per coloro che provengono da fuori Bologna. Ecco il link a cui potete collegarvi Paciu Maison.
Nel visitare Paciu Maison, ho trovato letteralmente geniale questo cocktail di stili, di colori, non è solo un’opera d’arte a 360°, è come essere catapultati tra sogno e realtà, un viaggio emozionale che diventa pure uno spazio per eventi, mostre, workshop e shooting fotografici.
Ammiro Harry Baldisserra, non solo per l’opera artistica che è riuscito a realizzare ma, soprattutto, per avere dato una seconda vita a questo casolare abbandonato.

Profilo autore

Pamela Nanetti-urbex-foto bio
Pamela Nanetti

Pamela Nanetti è nata e vive a Bologna, da tempo legata al Biellese per amicizie e legami personali, mamma, impiegata back office, ha iniziato a scrivere per caso, un modo per conoscere sé stessa, iniziando coraggiosamente un viaggio senza avere la certezza del ritorno, nel quale esce la sua vera personalità, dove il cuore non permette calcoli e vive di istinto, ecco da dove nasce il primo libro, “Viaggio nel cuore di un urbexer”.
Alla scoperta dell’Urban Exploration, Urbex, da circa un anno, girovagando e “zingarando” per luoghi abbandonati, pericolanti e fatiscenti, ricchi di storia e di un valore architettonico e bellezza unici. Un viaggio nel tempo, trasportati in un’altra dimensione parallela, sfruttando la passione per la fotografia, la curiosità per l’esplorazione, con l’incoscienza di una bambina, si addentra in dimore storiche, castelli, vecchie rovine decadenti, riconquistate dalla natura, di cui si dimentica l’esistenza, invisibili, che restano nell’ombra, il cui trascorrere del tempo sembra averli cristallizzati. Anche il quotidiano La Stampa incuriosito da questa passione ha voluto dedicare uno spazio tra le sue pagine e ora grazie all’attuale e recente collaborazione col giornale Eco di Biella ha la possibilità di condividere queste personali esperienze.

Scattare una foto è come riportarli allo splendore iniziale, un modo intimo per esprimere emozioni e sensazioni come una dichiarazione di amore per chi non riesce a dimenticare. Una raccolta di fotografie ed esperienze che documentano tappa per tappa.

“… cominciai a frugare tra le rovine del mio cuore per ricostruire un riparo in mezzo alle macerie.” (D. Roberts – Shantaram)

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