San Sisto in Cortevecchia: la chiesa più antica di Pisa

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Quindi finalmente hai programmato una visita alla magnifica città d’arte di Pisa! È stato il tuo sogno di una vita, nella tua lista dei desideri, o forse, ci sei già stato e ci vuoi ritornare. Voglio svelarti un piccolo segreto che ho appena scoperto io stessa. Di recente, durante una visita quasi “di routine” a Pisa, ho colto l’occasione per visitare una chiesa che potrebbe essere considerata la “brutta anatroccola” rispetto alle sue vicine. “Brutta” non è proprio la parola giusta per la chiesa di San Sisto in Cortevecchia, ma la verità è che trovandosi a pochi passi dalla Torre Pendente, dal magnifico Duomo e dal Battistero, la concorrenza in questo concorso di bellezza è agguerrita.

Ma, sono qui per dirtelo, entrarci ne vale veramente la pena se gli dai una possibilità.

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La facciata senza pretese

Sarò passata davanti a questa chiesa, questo diamante grezzo se vuoi, troppe volte per contarle. Forse, man mano che si invecchia, iniziamo a renderci conto che non tutte le cose sono come appaiono dall’esterno. San Sisto è appicciccata ad altri edifici dall’aspetto mediocre e, di solito, nascosta dietro una fila di auto e Vespe. La sua esterna è fatta di pietra o, a un occhio inesperto, si potrebbe persino pensare che sia di mattoni.

In questo particolare giorno, forse era perché eravamo in gita con parenti del nord Italia, o forse era solo il destino, ma ho deciso di entrare per la prima volta in assoluto. Sono rimasta immediatamente sbalordita; non nello stesso modo in cui ti colpisce il Duomo di Pisa o quello di Firenze, ma in maniera più dolce, più curiosa. Come se San Sisto in Cortevecchia avesse una storia fantastica da raccontare.

Dedicata a Papa Sisto II

Presi un opuscolo che era posato su un tavolino all’ingresso e lo usai come guida mentre percorrevo lentamente il perimetro interno della chiesa. Ho scoperto che è stata costruita quasi mille anni fa, nell’anno 1087, rendendola la chiesa più antica di Pisa.

Fu dedicata a Papa Sisto II il cui giorno patrono del 6 agosto si rivelò estremamente fortunato per Pisa in numerose battaglie tra cui una spedizione in Tunisia. Ho anche scoperto che la facciata in pietra è fatta di pietra verrucana estratta dal Monte Verruca nei Monti Pisani. Se guardi da vicino, noterai anche alcune ciotole di ceramica colorata, di natura islamica, sopra la bifora. Si tratta in realtà di repliche degli originali che sono conservati nel Museo di San Matteo sempre a Pisa.

Se questo fosse tutto quello che avevo imparato, sarebbe stato sufficiente, ma c’era dell’altro.

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Influenza islamica

Le tre navate sono divise da splendide colonne con antichi capitelli romani, portati da altre località. L’influenza islamica è palesemente evidente e non così insolita nell’architettura medievale. Le flotte navali di Pisa, Genova, Amalfi e molte altre furono frequenti visitatori della costa settentrionale dell’Africa dove era stato stabilito il commercio. All’interno della chiesa si trova anche un’epigrafe lapidea, monumento funerario inscritto in cufico per l’emiro Al Murtadà e sottratto come bottino dalle Isole Baleari nel 1115.

Altre cose interessanti da non perdere all’interno sono un timone da una nave pisana databile tra il XIV e il XV secolo, ed anche un albero di nave (data sconosciuta). Sono sicura che la statua della Vergine Maria attirerà la tua attenzione. La Madonna di Loreto è raffigurata nera. Vicino al confessionale, il Crocifisso ligneo risale al 1370 e fu realizzato a somiglianza del Volto Santo di Lucca.

Quindi, ti chiedo una cortesia, che sia il tuo primo viaggio a Pisa o il tuo centesimo, se sei riuscito a scattare quella posa perfetta “reggendo” la Torre Pendente, o magari se hai comprato una calamita di essa, per favore dai alla Chiesa di San Sisto a Cortevecchia una possibilità. Non te ne pentirai.

Articolo di Marie Contino

copyright foto copertina: Di Luca Aless – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=40899035; facciata chiesa: Giuseppe Capitano – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=73749146