Verona: non solo città dell’amore

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Verona sbuca ai piedi del Lago di Garda, nel cuore del Nord Italia. Una piccola, discreta Vecchia Signora, che nei secoli ha difeso la sua singolarità e che, oggi, contempla le proprie tradizioni come parte della città stessa.

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Chi visita il centro storico potrà senz’altro notare che la maestosa Piazza Brà sembra curata come il giardinetto della villa di due anziani amanti della floricoltura, il moderno business si limita alle vetrine dei negozi, anch’esse sobrie e discrete, all’interno di muri secolari. Siamo nella città di Carlo Scarpa, dove, se si deve restaurare qualcosa, non lo si maschera e, sempre e in ogni caso, tutto deve restare il più possibile così come è stato costruito.

Per chi sale i gradini del Teatro Romano verso l’ora del tramonto, poi, non sarà difficile comprendere il fascino e il mistero descritti da Shakespeare. Verona è la città degli amanti, viottoli e angoli bui la distinguono più di ogni altra città. Tana di artisti e scrittori, la sua storia è costellata da leggende.

Eppure, nonostante si siano scritte tragedie, amori dannati ed elogi dell’inquietudine, i veronesi vivono ancora nella loro piccola dimensione abitudinaria. Tollerano a malapena i rumori molesti dei quartieri universitari e guardano con sospetto tutti i forestieri.

verona-cosa-vedereChi avrà la fortuna di visitarla durante il Carnevale, dovrà senz’altro farsi raccontare la storia della maschera di “Madonna Verona“, in un vicolo vicino a piazza Sant’Anastasia, in via Don Bassi, all’interno dell’omonimo Piano Bar. La proprietaria avrà senz’altro l’onore di spiegarvi da dove proviene La Madonna Verona“, ma vi consiglio di andare a trovarla in tarda notte, quando le cantinette vi avranno già servito l’ultimo bicchiere di Valpo” e vi avranno mandato al vostro destino.

Infatti, dietro a tanto impeto emotivo e a tanta vena artistica, si cela il rituale sacro e assoluto dell’aperitivo, il pilastro, il vespro serale del veronese DOC.

Non potrete non onorare l’antico costume, all’imbrunire, tra i muri della Città Vecchia. Le cantine sono innumerevoli, tutte al pianterreno, con pochi tavolini che appena si notano lungo la via. Verso le sette, i veronesi chiudono le loro preziosissime e onoratissime giornate di duro lavoro e si trovano tutti lì, all’ombra dei loro bicchieri di “Valpo”, a parlare di quanto si vendemmiava bene al tempo che fu e, sicuramente, ad illustrarvi meglio di chiunque altro i bar dove bere meglio a Verona.

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