Posizionata sulle pendici del monte Bondone, pochi chilometri a sud della città di Trento, Villa Margon costituisce una delle più belle residenze nobiliari di tutto l’arco alpino e rappresenta il luogo ideale per brevi e rilassanti passeggiate.
La villa fu edificata durante la prima metà del XVI secolo per iniziativa della famiglia Basso e successivamente divenne proprietà di antiche casate nobiliari della zona, quali i Fugger, i Lodron e i Salvadori, che la utilizzarono prevalentemente come dimora estiva e di villeggiatura.
L’edificio si caratterizza per la presenza di un porticato sormontato da eleganti loggiati ispirati alle ville veronesi del Rinascimento e, all’interno, per una serie di importanti sale affrescate, rappresentanti la vita dell’imperatore Carlo V, che sembra siano state eseguite proprio in onore dello stesso Carlo V, ospite della villa durante gli anni del Concilio di Trento.
Il fascino del luogo è amplificato dal paesaggio di rara bellezza entro il quale la villa è immersa e che, nel suo alternarsi di boschi, vitigni e soleggiate radure, rilassa il passante inducendolo in uno stato di quiete quasi meditativa. Non di rado la meraviglia si accresce grazie all’incontro silenzioso con caprioli, scoiattoli e leprotti che popolano quest’area poco frequentata dalle persone.
La passeggiata suggerita per arrivare a Villa Margon richiede circa un’ora di tempo e si diparte dal centro dell’abitato di Ravina, sobborgo di Trento raggiungibile anche con autobus di linea (12 e 14). Dalla chiesa il percorso prosegue a sinistra per una stradina asfaltata in salita, che si addentra gradualmente in un bosco di faggi e carpini. Superato il paese la strada continua poi con andamento più morbido, regalando in alcuni tratti ampi sguardi panoramici sulla Valle dell’Adige e sull’imbocco della Val Lagarina. Infine, in prossimità della villa, diventa possibile lasciarsi condurre tranquillamente dalle indicazioni presenti ed addentrarsi nella suggestione bucolica di un piccolo gioiello immerso nel capolavoro della natura.
Il parco e l’area circostante sono destinati al libero accesso del pubblico secondo l’atto di cessazione (1971) voluto dal barone Teofilo Alessandro Salvadori rispettato dagli attuali proprietari.
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