Villa Siotto Pintor, un luogo da visitare in provincia di Bergamo

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Miei Cari Lettori,
Dopo la pausa per la mia mostra fotografica “SHIVA Viaggio nel cuore di un urbexer” avuta luogo in un weekend di metà maggio nel Borgo di Vettignè e lo stop forzato causa alluvione in Emilia Romagna (io bolognese doc), ancora col cuore a pezzi nel vedere la mia terra così ferita, ma con tanto coraggio e voglia di rialzarsi, rieccomi qui ad accompagnarvi in un’altra affascinante e suggestiva tappa, una terapia, un mio antidoto, un modo certamente singolare per distrarre me stessa e voi dai propri pensieri quotidiani e ritagliare qualche minuto di meritata leggerezza.

Viaggiare insegna a resistere, a conoscere e a non dipendere, scoprire limiti e di cosa siamo capaci a fare…

Oramai state imparando a conoscermi, un’anima dura, zingara e senza paura, ma con il cuore rapito e intrappolato da tempo nell’amore che provo per colei che mi ha dato l’impulso ed energie nel percorrere chilometri, nel trovare una nuova me, viaggiare fra rovine abbandonate, alla ricerca di tesori nascosti, fortificando pensieri e riempiendomi di idee.

Viaggiare insegna a resistere, a conoscere e a non dipendere, scoprire limiti e di cosa siamo capaci a fare, trovare dentro noi paesaggi con panorami meravigliosi ancora da visitare. Credetemi la capacità di perdonarsi, accettarsi con ogni sfumatura e colore, di stupirsi nel superare ogni frontiera e confine, dona spazi immensi a noi stessi e favorisce qualsiasi relazione o impresa.

Villa Siotto Pintor, un luogo fantastico

Zaino in spalla e fotocamera in pugno oggi vi vorrei raccontare di un posto che possiamo definire non proprio abbandonato e con la possibilità di essere visitato in tutta tranquillità, prenotando l’ingresso e con una donazione volontaria.
Siamo nelle terre del Vescovado, nel comune di Gorlago, in provincia di Bergamo, Villa Siotto Pintor, residenza estiva dei conti Vimercati Sozzi.
La storia racconta che fu dimora di Guiscardo Lanzi appartenente ai Grumelli. Venduta poi appunto ai conti Vimercati Sozzi di cui si ricorda Cristoforo Vimercati Sozzi ciambellano di Leopoldo e Maria Teresa d’Austria.
In occasione di lavori di rifacimento vennero alla luce pietre datate 1571, ma secondo alcuni documenti la sua origine può essere fatta risalire fino al 1300, il primo Lanzi che abitò in questa villa (che fu podestà di Milano e Genova, capitano di Brescia e Cremona) morì nel 1352.


A seguito del matrimonio di Amalia Vimercati Sozzi de Capitano de Cornate con Gustavo Siotto Pintor, la proprietà venne nelle mani dei nobili Siotto Pintor intorno a metà 1800.
Della famiglia Siotto Pintor vissero Gustavo Leonzio Siotto Pintor, che fu parte del corpo dei carabinieri reali fino al grado di tenente colonnello e per un certo periodo ebbe anche il ruolo di sindaco di Gorlago, Diodato Siotto Pintor, fu parte del corpo dei bersaglieri ed arrivò fino al grado di generale di divisione e Giovanni Siotto Pintor che ebbe anche lui una carriera militare, arrivò al grado di tenente e venne collocato a riposo a seguito di una frattura mal consolidata durante la prima guerra mondiale.

Dal 2020, fase di recupero

Per quanto riguarda la storia più recente, gli ultimi anni della villa sono stati caratterizzati dall’incuria, abbandono e soprattutto da ruberie e vandalismo.
Dal 2020 è stata avviata un attività di recupero con la pulizia sia degli spazi esterni che di quelli interni, un lavoro da parte di un padre e figlio che ne stanno curando la salvaguardia e le opere di manutenzione ordinaria.

…entrando in questi luoghi, mi pare attraversare portali e trovarmi in una dimensione parallela dove ogni mio respiro, battito e movimento sembrano rallentati…

Come spesso mi capita entrando in questi luoghi, mi pare attraversare portali e trovarmi in una dimensione parallela dove ogni mio respiro, battito e movimento sembrano rallentati. Riesco ad ascoltare nel silenzio i miei passi che mi trasportano da una stanza all’altra. Sono stanze praticamente tutte arredate con quanto di rimasto, ciascuna con colori accesi, vivi e affreschi diversi che ne fanno da elegante cornice, tra saloni, camere da letto, passaggi “nascosti”, chi varca la soglia ne resta semplicemente affascinato. Abbandono, decadenza, dalle rovine potrebbe rinascere quel qualcosa di unico e di autentico, dalla bellezza propria, che già così fa stare bene e in qualsiasi condizione, basterebbe poco.
All’interno di questi luoghi ci domandiamo del “perchè” lasciarli andare, meriterebbero davvero per interesse e valore storico, come patrimonio artistico una seconda possibilità, come tutto e tutti dovrebbero avere nella vita.

foto copyright: Pamela Nanetti

Ulteriori dettagli

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Pamela Nanetti

Pamela Nanetti è nata e vive a Bologna, da tempo legata al Biellese per amicizie e legami personali, mamma, impiegata back office, ha iniziato a scrivere per caso, un modo per conoscere sé stessa, iniziando coraggiosamente un viaggio senza avere la certezza del ritorno, nel quale esce la sua vera personalità, dove il cuore non permette calcoli e vive di istinto, ecco da dove nasce il primo libro, “Viaggio nel cuore di un urbexer”.
Alla scoperta dell’Urban Exploration, Urbex, da circa un anno, girovagando e “zingarando” per luoghi abbandonati, pericolanti e fatiscenti, ricchi di storia e di un valore architettonico e bellezza unici. Un viaggio nel tempo, trasportati in un’altra dimensione parallela, sfruttando la passione per la fotografia, la curiosità per l’esplorazione, con l’incoscienza di una bambina, si addentra in dimore storiche, castelli, vecchie rovine decadenti, riconquistate dalla natura, di cui si dimentica l’esistenza, invisibili, che restano nell’ombra, il cui trascorrere del tempo sembra averli cristallizzati. Anche il quotidiano La Stampa incuriosito da questa passione ha voluto dedicare uno spazio tra le sue pagine e ora grazie all’attuale e recente collaborazione col giornale Eco di Biella ha la possibilità di condividere queste personali esperienze.

Scattare una foto è come riportarli allo splendore iniziale, un modo intimo per esprimere emozioni e sensazioni come una dichiarazione di amore per chi non riesce a dimenticare. Una raccolta di fotografie ed esperienze che documentano tappa per tappa.

“… cominciai a frugare tra le rovine del mio cuore per ricostruire un riparo in mezzo alle macerie.” (D. Roberts – Shantaram)

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