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Quando l’opera incontra il mito. E lo fa in una location unica come il Castello Maniace di Siracusa in Ortigia. Il risultato è Mythos Opera Festival, la manifestazione che, giunta alla seconda edizione, coniuga la magia dell’opera lirica e il fascino onirico della musica sinfonica. Ideato dal pianista siciliano Gianfranco Pappalardo Fiumara, che ne è anche il sovrintendente musicale, con una programmazione di livello internazionale, Mythos Opera Festival vanta la direzione artistica del celebre soprano Katia Ricciarelli. Per una straordinaria stagione lirica che conta su alcuni dei titoli più conosciuti del repertorio come Carmen di Georges Bizet e Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni.

Gli spettacoli:
Il ciclo di spettacoli nella suggestiva piazza D’Armi del Castello Maniace è stato inaugurato il 14 luglio con la messinscena di Carmen di Georges Bizet, il capolavoro del naturalismo francese in replica, sempre nella fortezza federiciana, il 5 agosto alle 20.30. Quando saranno portate in scena, ancora una volta, le vicissitudini sentimentali e tormentate della passionaria zingara Carmen, la sigaraia bohémienne che fa perdere la testa a tutti gli uomini di Siviglia e anche al giovane luogotenente Don José. Per quest’ultimo la zingara diventa una vera e propria ossessione che lo condurrà in un vortice tragico senza uscita. Un dramma consumato in nome dell’amore che da sempre è un oiseau rebelle.

Direttore: Mirco Roverelli
Regia e scene: Enrico Stinchelli
Costumi: Fondazione Cerratelli
Aiuto regia: Massimo Tuccitto.
Personaggi e interpreti. Don José: Roberto Cresca
Escamillo: Sergej Murtazin
Le Dancaïre: Riccardo Palazzo
Le Remendado: Antonio Pannunzio
Moralès: Graziano D’Urso
Zuniga: Igor Cerniy
Carmen: Federica Carnevale
Micaëla: Elena Bakanova Bakanova il 14 luglio e Tea Purtseladze il 5 agosto
Frasquita: Marzia Catania
Mercédès: Sabrina Messina
Orchestra Filarmonica di Catania e Coro Lirico Siciliano – maestro del coro: Francesco Costa
Coro di voci bianche De Cicco diretto da Maria Carmela De Cicco
Ballerini: corpi di ballo Taormina Danza. Nuovo allestimento del Mythos Opera Festival. Durata dello spettacolo: 3 ore e 45 minuti.

Il 13 agosto alle 20.30 sarà invece la volta di Cavalleria rusticana, il capolavoro assoluto di Pietro Mascagni, manifesto del verismo nell’opera lirica ed emblema della sicilianità in musica. La vicenda si dipana nel giorno di Pasqua e narra gli amori e i tradimenti tra Turiddu, Santuzza, Lola e compare Alfio con un contrasto tra il sacro e il profano a tinte forti, culminante nello straziante urlo “hanno ammazzato compare Turiddu!”
Regia: Massimo Bonelli
Costumi: Fondazione Cerratelli
Direttore: M° Maurizio Ciampi
Orchestra filarmonica di Catania
Coro lirico siciliano
Cast:
Alfio: Armando Puklavec
Santuzza: Sofia Mitropoulos
Turiddu: Sebastian Ferrada
Lola: Sabrina Messina
Lucia: Elena Kanakis

Carmen andata in scena il 14 luglio
Il regista Enrico Stinchelli pone l’accento su una drammaturgia tutta giocata sui conflitti primari, mostrando la gitana come personaggio spregiudicato ma nobile nei comportamenti, in perenne e ossessiva ricerca di una libera dimensione interiore. Carmen è una zingara, dal temperamento passionale come il rosso sangue evocato dal suo stesso nome, che nella Siviglia del 1830 ammalia e lega a sé il soldato Don Josè, portandolo persino ad abiurare la sua identità e a seguirla ciecamente come fuorilegge. Ma il loro è un destino tragico: lei, la “maga”, “selvaggia” e “senza legge” come l’amore che professa nei versi «si tu ne m’aimes pas, je t’aime/ si je t’aimes prends garde à toi», unisce in sé i contrari, basta a se stessa e presto rifiuta l’intersoggettività del rapporto amoroso, la sua è una vitalità tutta tesa alla morte: tradito, dopo aver tentato con inutili suppliche di riportarla a sé, Don Josè la ucciderà.
La regia innovativa di Stinchelli punta inoltre sulla valorizzazione dei costumi che sono stati eccezionalmente creati dall’artista Lele Luzzati del quale proprio quest’anno ricorrono i 10 anni dalla scomparsa.

Un evento nell’evento, quello voluto anche fortemente dalla fondazione Cerratelli di Pisa (celebre fondazione premio Oscar per i costumi di Romeo e Giulietta presieduta ad honorem da Franco Zeffirelli), che ha fornito i costumi. Costumi unici che risaltano per fattura e colori, proprio nello stile di Luzzati che rende l’opera lirica come una visione onirica e fumettistica. Essendo stato uno dei più celebri illustratori italiani, Luzzati porta la sua firma nell’opera lirica costruendo un mondo concentrato sui colori forti per concludere con un magnifico costume nero nel finale del quarto atto per la protagonista a simboleggiare proprio come con la morte ci sia l’assenza di colore stesso. Già solo la visione dal vivo di questo allestimento vale il prezzo del biglietto, una vera e propria mostra espositiva che prende vita sulle note immortali del genio di Bizet.
Ottima l’interpretazione dell’intenso tenore Roberto Cresca, interprete di Don Josè, dal fraseggio forte e passionale, caldo e vibrante con una ottima presenza scenica perfettamente in simbiosi con il ruolo ricoperto. Anche il mezzosoprano Federica Carnevale appare musicalmente e teatralmente a perfetto agio nella parte, capace di trascinare nella malia di famose romanze come Habanera l’intero pubblico. Non da meno il soprano Elena Bakanova nei panni di una dolce e introversa Micaëla e Sergey Murtazin, un Escamillo schietto e ardito, pieno di sé.
Mirco Roverelli non ha tradito le aspettative quale assistente del grande Pappano, dando prova di uno smagliante virtuosismo direttoriale: emergono a pieno lo stile drammatico e giocoso dell’opera, l’euforia ritmica, l’arte decorativa e le possenti livide irruzioni della tragicità con cui infine si consumano i destini dei personaggi, fra estremi opposti.

Musicalmente la direzione si attesta su livelli alti anche grazie alla grande dedizione dell‘Orchestra e del Coro, quest’ultimo sapientemente preparato da Francesco Costa.
Le scene sono innovative, essenziali e vibranti dei colori quasi un impressionismo di Manet, principale fonte d’ispirazione per Enrico Stinchelli. Il ventaglio poggiato tra il palco e il pubblico rappresenta il colore della vita con il riposo e il passare delle giornate.
Un momento della vita che si dilata nel tempo. Le rose sul palco rappresentano la passione, l’amore, il colore rosso struggente perfettamente illuminato dal contesto luci. Il castello con i suoi colori accompagna tutta l’opera rappresentando l’arena dove si consuma la vita.
Il Mythos Opera Festival dedica la Carmen alle vittime del femminicidio, aderendo alla manifestazione Posto Occupato proprio a testimonianza di quanto l’opera possa essere veicolo attuale di riflessione sotto tutti gli aspetti civili.
Biglietti disponibili sul sito ufficiale del festival www.mythosoperafestival.com e sui circuiti ufficiali, oltre che al botteghino del Castello Maniace di Ortigia.