L’Albero italiano dell’anno: conosciamo i quattro finalisti del concorso 2023

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Ogni anno la Giant Trees Foundation (GTF), un’organizzazione no-profit con sede a Udine, seleziona quattro “giganti viventi” italiani per il premio Albero dell’anno. Il vincitore continua a “competere” per l’albero europeo dell’anno. Ovviamente, non si tratta di un concorso di bellezza che favorisca un concorrente rispetto a un altro, ma piuttosto di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di salvare e ricostituire uno degli esseri viventi più vitali e benefici del pianeta. Scopriamo di più sui quattro alberi nominati quest’anno dalla GTF e sulle loro storie che abbracciano secoli e persino millenni.

“Il vero significato della vita è piantare alberi, alla cui ombra non prevedi di sederti.”

Nelson Henderson

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La Sequoia Gemella in Toscana

Se conosci qualcosa degli alberi, probabilmente saprai che la Sequoia (Sequoia sempervirens) è originaria della California, e in particolare la Sequoia gigante (Sequoiadendron giganteum) cresce solo in una piccola area nelle montagne della Sierra Nevada. Potrebbe quindi sorprenderti scoprire che esistono alcuni esemplari di questi alberi anche in altre parti del mondo e in Italia.

L’esemplare della “Sequoia Gemella”, come è stata chiamata per il suo tronco biforcato, si trova nel parco che circonda la Villa Sammezzano a Reggello (Firenze). È il secondo albero più alto d’Italia e misura quasi 54 metri con una circonferenza di quasi 8,5 metri. Questo non è un albero molto vecchio in confronto con un’età stimata di circa 200 anni. Per riferimento, si stima che la sequoia gigante conosciuta come Generale Sherman situata nella Sequoia National Forest della California abbia 2.200 anni.

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Allora come è finita la Sequoia Gemella nei pressi di un castello eclettico non lontano da Firenze? Fu la curiosità e l’ingegno di Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona che, quando costruì la sua villa, decise di inserire nel suo progetto un parco e un bosco di 65 ettari. Sebbene molti degli alberi siano lecci, Ferdinando era talmente appassionato di botanica da far importare numerose specie rare ed esotiche da tutto il mondo. La Sequoia che qui si trova è riuscita ad adattarsi bene al clima mite in condizioni poco simili a quelle del suo ambiente nativo.

Continuare a leggere sul Castello di Sammezzano e la Sequoia Gemella

L’Abete dei Briganti a Chieti, Abruzzo

L’Abete dei Briganti troneggia tra i suoi compagni nella Riserva Naturale dell’Abetina di Rosello, nell’Appennino centrale dell’Abruzzo. Questo ambiente estremamente biodiverso ha nutrito l’abete bianco (Abies alba) permettendogli di crescere fino all’altezza astronomica di 50,25 metri con una circonferenza di quasi 5 metri. Si stima che la sua età sia di circa 250 anni.

Il nome dell’abete deriva dal fatto che probabilmente fu testimone del brigantaggio, particolarmente diffuso sulle montagne dell’Abruzzo, Basilicata, Campania e Calabria subito dopo l’Unità d’Italia.

Scopri di più sulla Riserva naturale dell’Abetina di Rosello sul sito ufficiale.

Il Larice di Val d’Ultimo a Bolzano

Questo magnifico larice nel concorso fa parte di un gruppo di tre conifere di larice esistenti (Larix decidua) che rappresentano le più antiche del loro genere in tutta Europa. Si stima che un quarto albero, caduto nel 1930, avesse più di 2.000 anelli di accrescimento. Il concorrente larice ha un tumore che cresce sul suo tronco che si è aggiunto alla sua massiccia circonferenza di 8,34 metri. È alto 35 metri e sarebbe ancora più alto se non avesse perso parte della sua altezza nel corso dei secoli.

Il legno di larice è apprezzato per la sua durabilità e resistenza e viene utilizzato per le tegole dei tetti nei climi d’alta quota come le Dolomiti del Trentino-Alto Adige. Nel dialetto locale sono conosciuti anche come Fledermauslarch (larici pipistrello) perché ospitano i pipistrelli nei loro tronchi scavati e putrefatti.

Maggiori informazioni sui sentieri che conducono ai larici secolari sul sito ufficiale del turismo della regione.

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copyright: Giant Trees Foundation

L’Olivastro di Luras, Sardinia

E infine, per la specie di albero che probabilmente ti aspettavi da un concorso italiano per l’Albero dell’anno: l‘Olea europaea, un olivo. L’Olivastro di Luras è un nobile esempio di questa specie che può vivere fino a migliaia di anni. Il “Luras” è uno degli olivi selvatici più antichi dell’isola e si ritiene che abbia tra i 3.000 e i 4.000 anni!

“Il Patriarca” – come viene giustamente chiamato – è alto 14 metri con una circonferenza di 11 metri che lo rende un essere molto robusto. Ogni imperfezione non fa che aumentare il suo immenso carattere e intrigo e non è difficile immaginare che avrebbe avuto un ruolo integrante nel folclore locale nel corso dei millenni.

Per scoprire di più e per come vederlo di persona, visita il sito ufficiale Olivari Millenari di Luras.

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copyright: Giant Trees Foundation

Visita il sito web ufficiale della Giant Trees Foundation non solo per esprimere il tuo voto (le votazioni terminano il 20 novembre 2023) ma anche per scoprire come coinvolgersi in alcune delle loro straordinarie iniziative in tutto il mondo!

Leggere di più sugli alberi dei concorsi passati sul nostro magazine.

“Gli alberi secolari sono preziosi. C’è poco altro sulla Terra che ospita una comunità di vita così ricca all’interno di un singolo organismo vivente”.

Sir David Attenborough

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